Carabiniere uccide il suo comandante ad Asso e viene assolto per “infermità mentale”: accertamenti su 3 medici

Si è aperto a Roma, alla Corte d'Appello Militare, il processo di secondo grado a carico di Antonio Milia, il brigadiere che la sera del 27 ottobre 2022 uccise a colpi di pistola il comandante della Stazione dei carabinieri di Asso (in provincia di Como) Doriano Fuceri. Lo scorso luglio, il 59enne è stato assolto in primo grado dal Tribunale Militare di Verona in quanto ritenuto "totalmente privo di capacità di intendere e di volere al momento della commissione dei fatti". La Procura di Como, nel frattempo, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto accertamenti sulla posizione di tre medici che avrebbero fatto tornare in servizio Milia dopo il periodo di cura per problemi psichici.
Il 27 ottobre 2022 Milia si era barricato per ore all'interno della caserma di Asso, dopo aver esploso tre colpi al petto contro il suo superiore, il comandante Furceri. Il brigadiere 59enne era tornato in servizio da pochi giorni, il 18 ottobre, dopo un periodo di sospensione per problemi psichiatrici. Una volta arrestato, Milia era stato accusato davanti al Tribunale Militare di Verona di "insubordinazione con violenza pluriaggravata" ed era stata chiesta una pena pari a 24 anni di reclusione.
La difesa di Milia, rappresentata dall'avvocato Roberto Melchiorre, ha sempre sostenuto che il 59enne non fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti e che il suo rientro in servizio era stato prematuro. Il giudice del Tribunale Militare di Verona, oltre a disporre una misura di sicurezza in una casa di cura per 5 anni nei confronti di Milia, aveva deciso di trasmettere gli atti in Procura a Como affinché si valuti le eventuali responsabilità penali degli operatori sanitari che avevano dato il via libera al brigadiere per tornare in servizio.
Come riportato da Il Giorno, il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Michele Pecoraro, è stato aperto con l'ipotesi di reato di omicidio colposo e vedrà accertamenti sulla posizione di tre medici in particolare. Intanto, a Roma è in corso il processo di Appello richiesto dalla Procura Militare di Verona. Secondo l'accusa, ci sarebbe "insufficienza della prova concernente la ritenuta non imputabilità di Milia" ed è stato disposto un nuovo esame per valutare la sua capacità di intendere e di volere.