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Vaccini influenza: Regione Lombardia sapeva da marzo di non riuscire a coprire il fabbisogno minimo

Regione Lombardia è arrivata tardi e male all’appuntamento con i vaccini antinfluenzali, che quest’anno più che mai sono raccomandati da tutta la comunità scientifica vista la concomitante pandemia di Coronavirus. La Regione parla di un problema di approvvigionamento legato alle gare, ma osservando i numeri si vede che le quantità richieste non sarebbero bastate comunque per coprire nemmeno le categorie a rischio, come emerge anche da alcune circolari della Direzione generale Welfare. “Chi ha fornito i calcoli sbagliati a Regione Lombardia?”, chiede la consigliera Carmela Rozza, che ha depositato un’interrogazione al Pirellone per chiedere conto alla Regione di un paradosso: mentre i vaccini sembrano introvabili per il Ssn, alcuni privati offrono già le prenotazioni a pagamento.
A cura di Giulio Cavalli
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Può anche sbracciarsi l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, che negli ultimi giorni si è schiantato con virulenza contro il sindaco di Milano Beppe Sala colpevole, a suo dire, di avere affermato ciò che è sotto gli occhi di tutti: Regione Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus e la prima regione al mondo dopo la Cina che si è ritrovata a fare i conti con la pandemia, è arrivata tardi e male all’appuntamento con i vaccini antinfluenzali che la comunità scientifica internazionale ritiene quest’anno ancora più indispensabili per assicurare la salute pubblica e una maggiore efficacia nella lotta al Coronavirus. Da mesi tutti i medici sono d’accordo sull’importanza dei vaccini antinfluenzali per permettere la distinzione dei sintomi rispetto al Coronavirus e quindi non sovraccaricare le strutture sanitarie.

Le gare per acquistare i vaccini: lunga catena di fallimenti

Il 23 marzo, in piena pandemia, Aria (l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti di Regione Lombardia) indice una gara che salta per una discordanza di prezzo sulle dosi. Nulla di fatto. Il 21 maggio la scena si ripete, nuova gara ma ancora tutto da rifare perché troppo tardi i vertici regionali si accorgono di avere bisogno di una quantità maggiore rispetto a quella richiesta. Il 23 giugno si riprova ancora ma la risposta è praticamente nulla: si trovano 20mila vaccini pediatrici ma non c’è nulla per gli adulti. Così, in una lunga catena di fallimenti che arriva al 30 settembre, quando Regione Lombardia si accorge che non c’è nessuno in grado di soddisfare la sua richiesta nei tempi concordati, per l’inizio della campagna antinfluenzale che, secondo le direttive del Ministero della Salute, avrebbe dovuto iniziare nei primi giorni di ottobre.

I vaccini chiesti dalla Regione non basterebbero per le categorie target

Eppure osservando i numeri delle dieci gare di Regione Lombardia salta un particolare subito all’occhio: le quantità richieste da Regione Lombardia non sarebbero bastate comunque per coprire nemmeno le categorie target, quelle considerate a rischio e che dovrebbero poter accedere gratuitamente al vaccino. Secondo uno studio della Fondazione Gimbe la Lombardia raggiungerebbe 2.282.465 dosi aggiudicate (sempre che si riesca a concludere le gare con buon esito) mentre la popolazione target secondo i criteri anagrafici della circolare del ministero della Salute sarebbe di 3.442.796 persone, con una copertura di appena il 66,3 per cento della popolazione interessata. "Chi ha fornito i calcoli sbagliati a Regione Lombardia?", chiede Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd che da agosto sta seguendo la questione del vaccino antinfluenzale. E che la Regione fosse consapevole già da tempo di non riuscire a coprire tutto il fabbisogno minimo emerge anche da una circolare della Direzione generale Welfare addirittura dello scorso 14 agosto dove in sintesi si dice alle Ats: "Se restano vaccini faremo anche gli ultrasessantenni", ipotizzando di fatto già un mezzo fallimento.

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È del 17 agosto invece la circolare a tutti i Direttori Generali delle Ats e Asst del territorio la circolare: "Indicazioni per la campagna vaccinale antinfluenzale 2020-2021" in cui si comunica che eccezionalmente quest’anno nelle strutture accreditate private “non è prevista la fornitura di vaccino da parte del Ssn, ma le aziende devono provvedere autonomamente”. Fate voi, dice la Regione, a quegli stessi privati che proprio l’assessore Gallera ha magnificato durante la pandemia e che in Lombardia sono arrivati a coprire il 40% dei servizi erogati. Un paradosso che sta mettendo in seria difficoltà le strutture accreditate che si ritrovano a dover provvedere autonomamente con grave ritardo.

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Alcuni privati, come l'Auxologico, sono riusciti a ottenere i vaccini: interrogazione del Pd

Ma i vaccini ci sono? Scorrendo le pagine internet dell’Istituto Auxologico Italiano sembrerebbe proprio di sì visto che viene rilanciata l’opportunità di prenotare online, per tutte le persone sopra i 18 anni, il vaccino antinfluenzale nelle proprie sedi di Milano, Meda, Pioltello e Cusano. Si tratterebbe del vaccino dell’azienda Abbott India che è stato autorizzato qualche giorno fa dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Il Partito democratico, con Carmela Rozza prima firmataria, ha depositato un’interrogazione all’assessore Gallera – che sarà discussa questa mattina – per chiedere se la Regione sia informata di questa possibilità, se sia congruo il prezzo con cui viene proposto il vaccino e soprattutto (che è la domanda delle domande) coma facciano i privati ad accedere a vaccini che la Regione non riesce a ottenere.

È compito della Regione organizzarsi per il reperimento dei vaccini

Un altro dato è certo: a oggi in tutta la Lombardia nessun medico di medicina generale è ancora in grado di prenotare ai propri pazienti il vaccino e non ha possibilità di sapere quando saranno disponibili, esattamente come ha dichiarato proprio ieri il sindaco di Milano Beppe Sala. Ma non ci sono solo i vaccini per le categorie target. Come ci dice la consigliera del Pd Rozza: "Al netto delle loro insipienze e approssimazioni – dice a Fanpage.it – adesso devono aiutare i comuni e i datori di lavoro a procurare le dosi. Non è che uno ha sbagliato tutto e adesso pretende di avere ragione e di non fare più niente. Nella mente della giunta Fontana le scuole e i lavoratori attivi non sono mai stati in testa, lo vedi dai numeri chiesti per ogni gara. A questo punto al netto della loro incapacità invece di fare spallucce è il caso che la regione si muova invece di fare il pesce in barile. La Regione dovrebbe essere in prima linea a cercare anche i vaccini per i privati. Oltre che a trovare la soluzione per tutte le attività pubbliche". È compito della Regione organizzarsi, attivarsi e coadiuvare il reperimento dei vaccini, anche per i privati, ma l’assessore Gallera sembra essersene dimenticato. O forse semplicemente basterebbe ammettere di avere sbagliato e organizzarsi per risolvere celermente il problema piuttosto che buttarla in caciara politica, ancora, ancora una volta, anche in un momento così.

La circolare di agosto

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