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Caos e code per i tamponi a Milano, i medici di base: “Il problema è che non c’è posto”

In questi giorni, l’aumento dei contagi e delle richieste di tamponi, ha portato a un malfunzionamento del sistema di prenotazione utilizzato dai medici di base: “Non funziona perché non ci sono più posti”, spiega a Fanpage.it Anna Carla Pozzi, segretaria Fimmg (Federazione Italiana medici di medicina generale) di Milano.
A cura di Ilaria Quattrone
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Con l'aumento dei contagi da Covid-19, la velocità con la quale circola la variante Omicron e le feste natalizie, a Milano – e in tutta Italia – si stanno registrando notevoli disagi nel trovare ed effettuare un tampone sia rapido che molecolare. Negli ultimi giorni si è assistito a code chilometriche fuori dalle farmacie, dai laboratori e dai drive through. Centinaia di cittadini sono alla ricerca di un test che gli consenta di accertare la loro positività (in caso di sintomi) o semplicemente di trascorrere le festività natalizie con i propri parenti – spesso anziani – in tranquillità.

Il malfunzionamento del portale dei medici di base

Tra coloro che devono far fronte all'aumento delle richieste ci sono i medici di famiglia che, nel caso della Lombardia, lamentano un malfunzionamento del sistema necessario a prenotare un tampone molecolare per i loro pazienti: "Il portale che noi utilizziamo per prescrivere i test – spiega a Fanpage.it Anna Carla Pozzi, segretaria provinciale Fimmg di Milano – non ci consente più di farlo in tempi stretti. Arriviamo infatti a tempistiche che toccano l'inizio dell'anno. Non funziona perché non ci sono più posti". Come precisato dalla dottoressa, solitamente il sistema fornisce l'elenco delle strutture e gli orari disponibili. Una volta cliccato su, è possibile effettuare la prenotazione: "Adesso invece appena si clicca sull'orario, il portale rimanda alla schermata iniziale quindi non fa capire in quali strutture c'è posto e in quali no". L'Agenzia di tutela della salute della città metropolitana di Milano, dal canto suo, ieri in una nota stampa, ha spiegato che il sistema continua a essere attivo tanto da registrare "oltre 2.800 richieste dei curanti".

Pozzi: Non tutti hanno studi che consentono di fare tamponi in sicurezza

Consapevole dell'aumento delle domande, l'Agenzia – come confermato anche da Pozzi – ha autorizzato i medici di base a prescrivere i tamponi per i casi sospetti anche con il rilascio di una ricetta o tramite e-mail: "Ed è una cosa che abbiamo fatto. Bisogna però capire se questi pazienti sono riusciti a fare il tampone o meno". Sempre nella nota stampa, Ats ha poi criticato i medici di base sostenendo che questi ultimi, da quando è stata data autorizzazione a eseguire i test rapidi nei loro studi, abbiano fatto pochi tamponi. Come confermato da Pozzi, è bene ricordare però che molti medici non hanno a disposizione ambulatori che consentano di rispettare le norme di sicurezza: "Io ne ho fatti tanti di tamponi in questi giorni, ma ci sono alcuni colleghi che non hanno studi che permettono logisticamente di farne. Se dobbiamo farli, dobbiamo garantire sicurezza al paziente e a tutti gli altri".

Il problema dei tamponi rapidi

E nonostante poi l'Agenzia assicuri che vi siano nuove adesioni da parte dei medici di base, che consentiranno di alleviare la pressione nei punti tamponi, la segretaria evidenzia un problema piuttosto spinoso: "Noi possiamo fare i tamponi per chiusura quarantena o per un caso sospetto. Se il tampone rapido di quest'ultimo risulta positivo, viene inserito nel portale, scatta l'isolamento e viene seguita tutta la procedura. Se però risulta negativo, pur presentando dei sintomi riconducibili al Covid, per dissipare i miei dubbi devo richiedere un tampone molecolare, ma al momento non è possibile prescriverlo con velocità perché le tempistiche si dilatano fino al nuovo anno. E quindi cosa faccio con questa persona? La tengo comunque in isolamento? Sono domande, alle quali non abbiamo una risposta".

Il caos generato dalle festività natalizie

I problemi sono accentuati dalle festività natalizie. In questi giorni sono diversi i cittadini che si sono presentati negli studi medici chiedendo di far un tampone: "Sono persone che non rientrano nei casi in cui il tampone è gratuito, ma che lo vogliono fare per passare le feste di Natale e vedere i loro cari. Nel mio caso – spiega Pozzi a Fanpage.it – ho ricevuto diverse richieste del genere, ma non ho potuto soddisfarle perché non avevo tamponi in più. Io ho i tamponi che mi fornisce l'Asl e che utilizzo gratuitamente per i miei pazienti". A questo si aggiunge anche il fatto che ancora oggi molte persone non ricevano indicazioni precise: "Ci sono soggetti che affermano di aver avuto un contatto stretto con un positivo tre giorni prima, ma la linea è quella di aspettare sette giorni per i vaccinati e dieci giorni per i no vaccinati. Nonostante questo, molti chiedono di farlo proprio perché sta arrivando il Natale".

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