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Cantieri bloccati a Milano, le famiglie in protesta davanti a Palazzo Marino: “Siamo senza una casa”

Questa mattina decine di famiglie che hanno acquistato casa nei progetti bloccati dopo le inchieste della Procura si sono radunati in segno di protesta. “Non possiamo più aspettare, ora servono soluzioni concrete”
A cura di Francesca Del Boca
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Rappresentiamo una comunità composta da più di 1600 famiglie che si è vista privata del proprio diritto a un futuro costruito con lavoro e sacrifici. Chiediamo alle istituzioni la soluzione urgente dei blocchi ai cantieri”. Sono state così decine le famiglie e i cittadini milanesi presenti questa mattina in piazza della Scala, davanti al Comune di Milano, per partecipare al presidio del Comitato Famiglie Sospese-Vite in Attesa, il gruppo che riunisce gli inquilini dei cantieri bloccati a seguito delle inchieste della Procura.

La protesta silenziosa si è svolta intorno alle 11.30 di fronte a Palazzo Marino, con tre scatole di cartone dove sono gettate e sigillate le chiavi di casa di decine e, indirettamente, di migliaia di famiglie milanesi che attendono senza risposte gli esiti delle inchieste giudiziarie che hanno bloccato la realizzazione di abitazioni acquistate con investimenti e sacrifici.

"La situazione non è più sopportabile e non più rimandabile", ha dichiarato il portavoce Filippo Borsellino. "La politica non ci considera, ora serve una legge Salva Famiglie. Il numero di famiglie coinvolte in questo dramma cresce di giorno in giorno. Non si può più parlare solo dei 1600 nuclei familiari i cui appartamenti, completati o in fase di realizzazione, sono stati posti sotto sequestro o sotto indagine e sono quindi a rischio di essere dichiarati abusivi. Dobbiamo considerare anche tutti quegli appartamenti acquistati su carta, ma mai costruiti. Molti di questi rientrano in progetti di edilizia convenzionata. È una crisi che colpisce tutto il ceto medio e che ha assunto dimensioni drammatiche”. E ancora. “Le istituzioni hanno fatto finta di non vedere o hanno deliberatamente ignorato il problema. Pretendiamo l'apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione a una situazione che si trascina da troppo tempo. Non possiamo più aspettare, ora servono soluzioni concrete. Una legge Salva Famiglie subito".

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Le storie delle "famiglie sospese"

A margine del presidio, i membri del Comitato hanno consegnato alla Città le testimonianze di alcune ‘famiglie sospese’, un documento che riporta le storie di coloro che ancora vivono nell'incertezza. “Non posso uscire da questo progetto perché non posso permettermelo. I soldi che abbiamo messo due anni fa oggi valgono meno. E sarei in difficoltà a rifare un investimento del genere”, ha fatto sapere Simone, 28 anni.

Con il sequestro del cantiere siamo tra le tantissime famiglie che si ritrovano ad avere versato dei soldi per un appartamento che non sarà pronto nei termini previsti, e con il contratto di affitto in scadenza. Con tre figli, vi lasciamo immaginare il disagio e le nostre difficoltà. Cerchiamo un'altra casa in affitto, ma i prezzi sono aumentati in questi anni", è invece la storia di Carlo e Emanuela. 

E poi c'è quella di una famiglia che anni fa ha acquistato nella zona est di Milano. “L’acquisto della casa era funzionale all’arrivo di una bimba. Oggi viviamo in un bilocale con la bimba che inizia a chiedere quando arriverà la sua cameretta. Non possiamo permetterci di affittare un altro posto. E comprare un’altra casa al momento è ovviamente impensabile. Ogni giorno è un po’ più difficile aspettare, e mi domando quando finalmente avremo un posto tutto nostro".

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