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Cane ucciso da un cacciatore in un parco, la padrona: “Uma è stata decapitata, non ho potuto neanche portarla via”

La padrona del cane ucciso domenica a Parabiago, in provincia di Milano, da un cacciatore in un parco pubblico racconta perché “è una tragedia che si sarebbe potuta evitare”.
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Nella giornata di domenica 1 novembre il cane Uma, di razza rottweiler, era in giro con il suo giovane padrone nel parco di Parabiago, in provincia di Milano, quando è stato raggiunto dal proiettile di un cacciatore, con regolare vicenda, apposta con addosso la tuta mimetica dietro un cespuglio. La dinamica dell'incidente è quindi ancora da chiarire, fra l'uomo che sostiene di essersi difeso in quanto l'animale aveva la bocca aperta e la padrone che invece accusa: "Era una tragedia che si sarebbe potuta evitare".

Il racconto della padrona di Uma

La prima a raccontare il tragico episodio è proprio la padrona del cane che, in un lungo posto su Facebook, racconta: "“Erano circa le 16.20 di domenica a pochi metri dalle case. Le ha sparato talmente da vicino che Uma è stata decapitata e non ho potuto manco portarla via. Ho dovuto chiamare Arpa per far rimuovere il corpo. Questo è a tutti gli effetti un omicidio. Non avrò pace finché non avrò ottenuto la giustizia che merita Uma".

Secondo la donna, poi, lo stesso cacciatore avrebbe fornito ricostruzioni diverse della vicenda: "Uma, la mia bambina, la mia migliore amica, è stata ammazzata a sangue freddo. Le hanno sparato in testa, in mezzo agli occhi. Le ha sparato un cacciatore che prima ‘l’ha scambiata per un animale' (selvatico, ndr). Poi invece ha cambiato versione, dicendo che ‘l’ha vista con la bocca aperta'". L'uomo era infatti un cacciatore con regolare licenza, a cui sono stati sequestrati ben 7 fucili.

"Le ha sparato mentre era in un campo a 160 metri dalle case con mio figlio, un ragazzino di 13 anni, che si è visto la testa del suo cane esplodere", punta il dito la donna che poi rincara la dose: "Sapevano tutti chi fosse questa persona e cosa faceva". Infatti alcuni raccontano che su quell'uomo pesano diverse denuncia per comportamenti anomali, come vestirsi in mimetica militare e passeggiare nel parco pubblico.

La richiesta al sindaco

La donna, che ha sporto regolare denuncia ai carabinieri, lancia poi un appello al sindaco di Parabiago, perché secondo lei il problema sono i confini stabiliti per l'area di caccia: "Vi chiedo di aiutarmi, scrivete anche voi una e-mail al sindaco raffaele.cucchi@comune.parabiago.mi.it per chiedere che siano rivisti i confini venatori e che siano ascoltate tutte le persone che in queste ore stanno raccontando episodi di minacce da parte di questo individuo".

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