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Camionista ha lo stesso nome di una criminale internazionale: “Durante i viaggi mi ferma sempre la Polizia”

Per una banale omonimia viene fermato ogni volta dalla Polizia e deve dimostrare di non essere una persona ricercata in tutta Europa: “Adesso in albergo avverto che arriveranno le forze dell’ordine e di non allarmarsi”.
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Simone Bianchessi di professione fa l'autotrasportatore e quindi deve viaggiare molto, spesso anche per diversi giorni, durante i quali si ferma a dormire in albergo. Ma sempre, poco dopo che ha fatto il check in, arriva la Polizia per arrestarlo. Non perché abbia commesso reati, ma per una banale omonimia: esiste infatti una Simone Bianchessi, donna, ricercata in tutta Europa per aver commesso reati gravi. Neanche lui sa quali, ma sa che "tutte le volte spiego che io sono un uomo e non una donna, non sono ricercato, abito a Sergnano e viaggio per lavoro e tutte le volte, dopo queste spiegazioni, che portano via non poco tempo per le verifiche del caso, mi lasciano tornare in albergo e riprendere il lavoro".

Una semplice omonimia, peraltro con una donna che probabilmente ha commesso reati in Austria, che da oltre dieci anni lo perseguita: da allora sulla criminale con il suo stesso nome pende infatti un mandato di cattura internazionale e da allora lui, ogni volte che va in un hotel o che vieni fermato dalla Polizia per un controllo, rischia di finire in carcere per un errore. Per fortuna a distinguerli c'è il nome, ma intanto l'autotrasportatore lombardo è costretto a vivere umiliazioni pubbliche che non spetterebbero a chi, come lui, si è sempre comportato secondo la legge.

Come quella vuolta che – racconta al quotidiano Il Giorno – "ero in spiaggia, anche qui con mia sorella, ed è arrivata la polizia che mi ha prelevato in mezzo ai bagnanti per effettuare i controlli del caso". Bianchessi non viene fermato dalla Polizia solo quando lavora, ma anche quando è in vacanza: "Ero in albergo a Matera e alle sei del mattino in camera sono entrati gli agenti. Ero con mia sorella e i poliziotti hanno chiesto i documenti a tutti e due".

La Polizia pensa di avere di fronte una pericolosa criminale e quindi utilizza i metodi, talvolta un po' spicci, che la situazione richiede: "A volte fanno irruzione nella camera per fermarmi. Ormai sono abituato e non mi spavento più, ma è comunque sempre un’avventura che preferirei evitare. Ma pare che non ci sia niente da fare". Tanto è vero che ormai si è rassegnato: "Adesso quando scendo in qualche albergo, presento i documenti e avverto che arriveranno le forze dell’ordine e di non allarmarsi perché non sono un bandito".

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