Camilla, morta dopo il vaccino: il suo fegato salverà un paziente di Milano
Un grande gesto d'amore dopo il dolore più grande che possano provare dei genitori. È quello della mamma e del papà di Camilla Canepa, la ragazza di 18 anni morta ieri all'ospedale di Genova dopo una trombosi al seno cavernoso con emorragia cerebrale. I genitori di Camilla hanno deciso di donare gli organi della figlia, che serviranno a salvare la vita ad altre cinque persone, come ha sottolineato in un messaggio il presidente della Liguria, Giovanni Toti. E tra le cinque persone che potranno continuare a vivere in qualche modo grazie a Camilla, stando a quanto riferito dal quotidiano "La Repubblica", ci sono anche un o una paziente ricoverati all'ospedale Niguarda di Milano che necessitano di un trapianto di fegato. L'organo è già stato espiantato dal corpo della 18enne ed è partito alla volta di Milano, dove raggiungerà l'ospedale il cui Transplant center è uno dei più importanti d'Italia: nel settembre del 2019 era stato tagliato il traguardo dei duemila trapianti di fegato effettuati. Dalla struttura milanese il riserbo è però comprensibilmente massimo: si preferisce non rendere minimamente collegabile una donazione al trapianto.
Aperta un'inchiesta per omicidio colposo sulla morte di Camilla
Al Policlinico San Martino di Genova è in corso l'espianto degli altri organi di Camilla, oltre al tessuto che verrà messo a disposizione di un anatomopatologo nominato dalla Procura. Dopo il decesso della giovane è infatti stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, nell'ambito della quale saranno eseguiti i dovuti accertamenti. Camilla lo scorso 25 maggio si era sottoposta alla vaccinazione anti Covid col vaccino AstraZeneca: il 3 giugno è stata ricoverata all'ospedale di Lavagna e in seguito al Policlinico San Martino di Genova, nelle cui sedi i carabinieri del Nas hanno acquisito le cartelle cliniche relative al caso. È nell'ospedale di Genova che ieri è stata dichiarata la morte cerebrale della ragazza, che era stata sottoposta a due operazioni che non sono state però sufficienti per salvarle la vita. A quanto si apprende Camilla soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale. Si vuole adesso cercare di capire se le patologie fossero state indicate nella scheda che era stata consegnata prima della somministrazione del farmaco anti-Covid.