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Calcio, 20enne ucciso dopo una lite per 50 euro: condannato a 21 anni di carcere il cugino

Musli Morina è stato condannato a 21 anni di carcere per aver ucciso il cugino Erion Morina lo scorso 17 gennaio al termine di una lite per 50 euro. L’episodio a Calcio, in provincia di Bergamo. Musli aveva colpito con un bicchiere di vetro il parente per poi gettarlo privo di sensi nel Naviglio cremonese, dove è morto per asfissia e per le gravi ferite. Il giudice ha anche stabilito un risarcimento di 70mila euro per i genitori della vittima.
A cura di Giorgia Venturini
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Erion Morina
Erion Morina

È arrivata la condanna di primo grado a 21 anni di reclusione per Musli Morina, il ventenne originario del Kosovo accusato di essere il responsabile della morte del cugino Erion Morina. Bisogna ritornare indietro nel tempo di qualche mese: è il 17 gennaio del 2020 quando a Calcio, nella bassa Bergamasca, al culmine di una lite a causa di 50 euro Musli avrebbe impugnato un bicchiere di vetro e colpito quattro volte alla testa e al fianco il parente, suo coetaneo e connazionale. Secondo l'accusa, confermata anche dalla sentenza del giudice, l'imputato avrebbe poi gettato il corpo della vittima nel Naviglio cremonese dopo averlo trascinato per qualche metro. L'uomo pensava di essersi sbarazzato del cugino ma la mattina successiva due netturbini, seguendo le scia di sangue lasciata per strada durante lo spostamento del cadavere, avevano poi scoperto la vittima il cui corpo non era stato trascinato via dalla corrente a causa del livello dell'acqua troppo basso.

Il giudice ha stabilito un risarcimento di 70mila euro per i genitori della vittima

L'autopsia aveva svelato che l'uomo era ancora vivo quando è stato gettato nel Naviglio, dove poi sarebbe morto per asfissia. "Abbiamo iniziato a discutere nel bar, poi abbiamo continuato una volta fuori – ha confessato Musli durante l'interrogatorio con i magistrati – avevamo assunto entrambi cocaina, poi l'ho colpito e sono andato nel panico". Le prove raccolte e le parole dell'imputato avevano convinto il pubblico ministero Silvia Marchina a chiedere una condanna a 21 anni per omicidio volontario, pena aggravata da futili motivi. Mentre la difesa in aula nell'ultima fase del dibattimento aveva chiesto l'assoluzione appellandosi alla legittima difesa. Alla fine il giudice ha accettato la richiesta del pubblico ministero per una condanna a 21 anni con un risarcimento di 70mila euro nei confronti dei genitori della vittima, costituitisi parte civile durante il processo.

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