Cadono tutte le accuse su Expo: per Beppe Sala arriva l’archiviazione della Corte dei Conti
Si chiude il sipario sulla vicenda giudiziaria di Expo che ha visto coinvolto anche il sindaco di Milano Beppe Sala, ai tempi dell'esposizione universale amministratore delegato della società. A mettere una volta per tutte la parole fine sui rilievi mossi dall'Anac sulla strada Zara Expo è la Corte dei Conti: ora è arrivata un'archiviazione e un'assoluzione.
Cosa contestava la Procura
Nel mirino – come riporta Il Corriere della Sera – era finiti due accordi transattivi di diversi milioni di euro: il primo valeva 25 milioni e 778 mila euro e riguardava la transazione sui lavori di varianti di Palazzo Italia e dei manufatti del Cardo. La Procura contabile per questa transazione ha contestato un danno erariale per 6 milioni e 749 mila euro.
Il secondo accordo riguardavano i lavori extracontrattuali della famosa "piastra" pattuiti a 24 milioni, cifra che secondo la Procura è stata giudicata "irrazionale" contestando un danno erariale di 19 milioni e 673 mila euro.
La decisione della Corte dei Conti
Ora cadono tutte le contestazioni: la Corte dei Conti ha deciso per l'archiviazione per quanto riguarda la posizione del sindaco milanese, mentre per Carlo Chiesa, responsabile del provvedimento e vicedirettore della Divisione Costruzioni di Expo, è arriva l'assoluzione piena.
Con la sentenza i giudici spiegano che "la bozza d’accordo transattivo ha ricevuto il parere favorevole sia dell’Avvocatura dello Stato sia dell’Autorità anticorruzione. Sebbene sia vero che entrambi i pareri non hanno riguardato gli aspetti tecnico economici della transazione, non può però opporsi una radicale svalutazione della loro rilevanza", come riporta Il Corriere della Sera.
E ancora: nelle contestazioni "la Procura non tiene in debito conto i benefici che la transazione ha comportato per la società (Expo,ndr) derivante dalla mancata sospensione dei lavori e dal connesso avvio della manifestazione nei tempi previsti, dall’aver evitato pesanti conseguenze in termini sanzionatori e risarcitori nonché del lungo e inevitabile contenzioso" con l’appaltatore. I giudici quindi hanno concluso che non c'è stata illiceità nella condotta e che la transazione ha portato più benefici che danni.