Cade della barella e muore dopo 2 anni di coma: l’ospedale condannato a 700mila euro di risarcimento
È il 12 aprile del 2010 quando un uomo di quarant'anni viene soccorso in strada nei pressi della Stazione Centrale dopo aver avuto un malore. Viene trasferito al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano dove, dopo essere stato sedato con del Valium, è lasciato per ore nel corridoio su una barella. Ed è proprio lì, per terra nel corridoio del pronto soccorso, che viene trovato da un infermiere che immediatamente chiede aiuto. L'uomo, in stato di sedazione, nella caduta riporta un violento trauma cranico che lo induce in un coma irreversibile. Dopo un calvario di un anno e mezzo muore. Ora un giudice, 12 anni dopo, ha riconosciuto le responsabilità dell'ospedale che lo ha lasciato "senza un'adeguata assistenza", buttato in corridoio "con altri numerosi pazienti" in attesa di un ricovero.
Condannati medici e ospedale
Ora il tribunale, dieci anni dopo, ha riconosciuto le responsabilità dell'ospedale che si è visto condannato a pagare 700.000 euro di risarcimento alla famiglia, costituita dalla moglie e il figlio dell'uomo, il fratello e il padre. La vicenda è ricostruita nel dettaglio oggi dalle pagine de la Repubblica. Per i consulenti nominati dal giudice le responsabilità dell'ospedale sono di "solare evidenza", sottolineando che le condizioni del paziente avrebbero dovuto indurre a "un'attenta e costante sorveglianza del paziente ". Il tribunale ha così riconosciuto sia le negligenza del personale, che non avrebbe messo in campo le precauzioni necessarie ad evitare la caduta, sia l'ospedale che non avrebbe applicato le linee guida in maniera di prevenzione.