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Cade dal letto dell’ospedale di Legnano e muore dopo settimane di agonia: dottoressa condannata a 6 mesi

Una dottoressa dell’ospedale di Legnano è stata condannata per la morte di una paziente caduta dal letto mentre era ricoverata. La donna sarebbe deceduta dopo giorni di agonia per i traumi riportati.
A cura di Sara Tirrito
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Immagine di repertorio
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Una dottoressa dell'ospedale di Legnano è stata condannata perché una paziente è caduta dal letto mentre era ricoverata ed è morta. La vittima, di 75 anni e originaria di Legnano, nella Città Metropolitana di Milano, aveva un ritardo cognitivo. A processo anche due infermiere, che non avrebbero segnalato ai medici i comportamenti anomali della donna.

La caduta dal letto e la morte a settimane di distanza

La 75enne era stata ricoverata nel luglio 2016 e soffriva di decadimento delle facoltà cognitive. Mentre si trovava in ospedale, era caduta dal letto nonostante questo avesse le sponde di contenimento. Forse, sarebbe finita per terra nel tentativo di alzarsi.

I periti nominati dal tribunale di Busto Arsizio hanno effettuato un incidente probatorio e hanno stabilito che la sua morte è arrivata settimane dopo in seguito ai traumi dovuti a quella caduta. Il decesso è accaduto l'8 agosto 2016. La famiglia sospetta negligenze sul trattamento della signora nei giorni in cui si trovava nelle mani del personale sanitario.

Il processo al tribunale di Busto Arsizio

Sono tre le persone a processo per la morte della donna. La sentenza emessa dal tribunale di Busto Arsizio riguarda per il momento soltanto il medico, condannato a sei mesi con pena sospesa per omicidio colposo. A dicembre, i giudici si esprimeranno su due infermiere del reparto, già rinviate a giudizio. Secondo la famiglia della vittima, è di "mancato sistema di contenzione e di controllo" e anche di "inadeguata" somministrazione della terapia.

Per l'accusa, la donna non sarebbe stata tenuta in stretta sorveglianza nonostante le sue condizioni mentali. La paziente veniva spesso trovata in piedi sebbene questo fosse rischioso per la sua condizione. L'ipotesi è che il suo comportamento non sia stato segnalato ai medici di turno, non consentendo di applicare misure di sorveglianza adeguate. In un primo momento i fatti erano stati archiviati ma il caso è stato riaperto e la sentenza arriva a un passo dalla prescrizione.

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