Cade da 5 metri e rimane paralizzato a vita, il datore di lavoro non lo risarcirà
Stava aiutando un suo amico in cantiere a rimuovere la copertura in amianto da un capannone industriale quando è caduto. Un volo di circa cinque metri che gli ha spezzato la schiena: una paralisi che lo costringe sulla sedia a rotelle per il resto della vita. Sul caso è stato avviato un processo a carico del datore di lavoro e del direttore del cantiere, ma è quasi certo che l'operaio 51enne non riceverà alcun indennizzo per quanto accaduto.
Il motivo è che i due imputati non possono permettersi di pagargli alcunché, vista la loro scarsità di mezzi economici. Per l'uomo, di origine albanese, l'unica speranza di poter ricevere qualcosa sta nell'assicurazione. L'unica possibilità, infatti, è che venga citata nel procedimento penale quale "responsabile civile".
Nel frattempo, mentre il datore di lavoro suo connazionale è riuscito a patteggiare 2 anni di reclusione con la sospensione condizionale della pena, il direttore del cantiere (italiano) seguirà un processo ordinario.
La caduta di cinque metri e la corsa in ospedale
È accaduto tutto il 26 luglio del 2019. Il datore di lavoro era un 41enne e aveva chiesto al suo amico 51enne un aiuto in cantiere. Dovevano sostituire il manto in amianto con delle lastre in alluminio in un capannone industriale di una società immobiliare in via del Lavoro, a Bernate sul Ticino.
Quello era il primo giorno di lavoro per il 51enne. Era senza contratto, senza alcun tipo di formazione né tantomeno di attrezzatura. E nessuno gli aveva detto che su quel tetto c'erano alcuni lucernari fissi in plexiglass sui quali non avrebbe dovuto passare. Uno di questi, infatti, ha ceduto non appena l'uomo ci ha poggiato un piede sopra.
Secondo il pm Maria Letizia Mocciaro, appena dopo la caduta il datore di lavoro, e amico, lo ha caricato su un proprio mezzo e lo ha portato al pronto soccorso dell'ospedale di Magenta. Una volta lì, lo avrebbe lasciato solo e sarebbe poi sparito per diversi giorni.