Caccia in Lombardia, manifestanti protestano a Milano contro la sentenza del Tar
Sono circa un centinaio i cacciatori che stanno protestando a Milano. Il raduno è cominciato nella piazza di fronte alla stazione centrale, molto vicina alla sede del consiglio regionale di Palazzo Pirelli, e anche a quella della giunta regionale di Palazzo Lombardia. Al grido di "Caccia libera in Lombardia", i manifestanti hanno proseguito con diversi insulti rivolti all'assessore all'Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, accusato di non aver fatto abbastanza in seguito alla sentenza del Tar che ha sospeso l'attività venatoria fino al 7 ottobre. Esposti diversi cartelli con scritto "Tutti animalisti ma di natura non sapete niente" e altri ancora con "Cacciatori fondamentali per l'ecosistema" o "Regione Lombardia vergogna". A ridosso del voto, ad esempio proprio a Milano, previsto per il 3 e 4 ottobre, anche un cartello con scritto "Cacciatori, pescatori e amici: cinque milioni di voti scordateli" oppure ancora "Politici attenti, la caccia non si tocca". Ora i manifestanti si stanno spostando verso Palazzo Lombardia.
La sentenza del Tar della Lombardia che ha fatto infuriare i cacciatori
Il Tar della Lombardia aveva sospeso almeno fino al prossimo 7 ottobre l’attività venatoria nella regione. Era stato infatti accolto il ricorso della Lac, la Lega per l’abolizione della caccia. Nel mirino dell’associazione il calendario riduttivo che aveva ampliato le specie da poter cacciare. Federcaccia Lombardia sul sito ufficiale in seguito alla sentenza aveva scritto: "Federcaccia Lombardia in data 14 maggio e in data 7 luglio aveva avvisato Regione Lombardia che pubblicare il calendario due giorni prima dell’apertura era praticamente un suicidio, e avrebbero messo a repentaglio la stagione. Qualcuno in Regione deve assumersi la responsabilità di questa scelta scellerata". La delibera di pochi giorni dopo, annunciata dallo stesso Rolfi che ha "riaperto" la caccia, non ha però trovato il consenso dei cacciatori che l'hanno definita "una riapertura non alle condizioni promesse".