Bus incendiato, autista Sy ai giudici: “Salvini piccolo duce, io volevo salvare vite”
Ha parlato in aula davanti alla Corte d'Assise di Milano Ousseynou Sy, l'autista che nel marzo del 2019 ha dirottato e incendiato un autobus a San Donato Milanese con a bordo cinquanta studenti delle scuole medie di Crema e i loro accompagnatori.
Autobus incendiato, le dichiarazioni di Sy davanti alla Corte d'Assise di Milano
Nell'udienza di oggi del processo, dopo che l'accusa ha chiesto una condanna a 24 anni di carcere per sequestro con finalità di terrorismo, strage e incendio, l'imputato ha reso dichiarazioni spontanee tornando a rivendicare il motivo della sua azione. "Se volete condannarmi fate pure, ma ricordatevi che il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane, perché non se ne poteva più. Tutti i giorni vedevo orrori". Fin da subito era emerso il collegamento, nella mente del sequestratore, tra i migranti morti in mare e l'azione che intendeva portare a termine per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica.
"Giustizia per i morti in mare": il dirottatore accusa Salvini di crimini contro l'umanità
Sy ha parlato prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, in vista della decisione sulla sentenza, prevista per oggi. Il 47enne è tornato a parlare del leader della Lega, Matteo Salvini, rinnovando le accuse di "crimini contro l'umanità" nei suoi confronti perché "i suoi decreti uccidono", e definendolo "piccolo Duce". Sy, rivolgendosi alla corte nell'aula bunker di San Vittore, ha chiesto "giustizia per tutte le famiglie che hanno visto i loro figli e i loro parenti lasciati morire davanti alle nostre coste".
La sentenza è prevista nelle prossime ore. Per l'imputato la perizia psichiatrica chiesta dalla Corte ha escluso il vizio di mente, riscontrando che Sy ha messo "in atto un'azione di cui ben si rappresenta il significato e che porta avanti in maniera del tutto consapevole"