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Brescia, vendevano mascherine false e senza certificato CE valido: denunciate tre società

I militari della guardia di finanza di Brescia hanno sequestrato un totale di 41.760 mascherine ad una società e a due suoi fornitori poiché commercializzate in qualità di FFP2 senza rispettare le direttive di legge. La vendita dei dispositivi di protezione individuale avrebbe fruttato alle tre società circa 96.000 euro.
A cura di Filippo M. Capra
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I militari della guardia di finanza di Brescia hanno sequestrato un totale di 41.760 mascherine ad una società e a due suoi fornitori poiché commercializzate in qualità di FFP2 senza rispettare le direttive di legge. Secondo quanto comunicato dai finanzieri, a seguito di un'approfondita indagine, i militari hanno scoperto che i dispositivi di protezione individuale erano dotati di un marchio CE falso, emesso da un organismo che non ha l'autorità per certificare gli standard di qualità.

Sequestrate 41.760 mascherine non conformi

Inoltre, tutti i clienti della società venivano ingannati anche con una documentazione falsa che testimoniava la presunta validità del prodotto. Le mascherine in questione, vendute online, venivano pubblicizzate al prezzo di 2,30 euro. La vendita dei 41.760 pezzi sequestrati avrebbe fruttato quindi circa 96.000 euro di incasso. Una volta chiuse le indagini, la guardia di finanza ha denunciato i rappresentanti legali della società e dei due fornitori in questione che hanno sede tra la provincia di Brescia e quella di Monza e Brianza. A loro è contestato il reato di frode in commercio per aver messo in vendita prodotti non conformi alle caratteristiche previste dalla legge e aver dunque ingannato gli acquirenti.

A Milano sequestrate 5 milioni di mascherine

Lo scorso aprile la guardia di finanza di Milano ha sequestrato un totale di circa cinque milioni di mascherine stoccate in un deposito clandestino nel centro città. I dispositivi di protezione individuale erano l'oggetto di una maxi frode in commercio gestita da una cittadina cinese: la donna custodiva l'enorme quantitativo di mascherine e altri dispositivi medici stoccati in un deposito che affittava in nero da un cittadino italiano nei pressi della Stazione Centrale a Milano. Nel dettaglio, dalle indagini è emerso che la donna, risultata nullatenente e disoccupata, cedeva mascherine ai clienti.

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