Brescia, primario accusato di aver ucciso due pazienti Covid: confermati gli arresti domiciliari
Sono stati confermati gli arresti domiciliari per Carlo Mosca, il primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari che è stato arrestato lunedì 25 gennaio con l‘accusa di aver provocato a marzo – durante la prima ondata – la morte di due pazienti affetti da Covid somministrando dei farmaci rivelatesi poi letali.
L'interrogatorio durato due ore e mezza
Il 29 gennaio, dopo l'interrogatorio durato due ore e mezza, i legali Elena Frigo e Michele Bontempi avevano chiesto al giudice la revoca degli arresti domiciliari. Revoca che però non è stata concessa. Poco prima dell'interrogatorio di garanzia, Mosca aveva dichiarato: "Sono innocente e sereno. Risponderò a tutte le domande e chiarirò la mia posizione". Fin dall'inizio di questa vicenda, il primario aveva affermato di essere estraneo alla vicenda e "di aver agito sempre per salvare la vita dei propri pazienti".
Le accuse nei confronti del primario
Stando alle indagini degli inquirenti, Mosca è indagato per aver somministrato due farmaci anestetici su due pazienti affetti da Covid causandone la morte. A rafforzare la tesi ci sarebbero anche le parole di infermieri e colleghi a cui il primario avrebbe chiesto di reperire i farmaci. I sanitari avrebbero inoltre affermato che il medico avrebbe chiesto di essere lasciato solo con i pazienti e che lì a poco i due sarebbero morti. Tra le accuse c'è anche quella di aver modificato le cartelle cliniche aggravando così le condizioni dei pazienti e di non aver segnalato la somministrazione dei farmaci. Sembrerebbe inoltre che, una volta saputo delle indagini, il medico avrebbe chiesto a medici e infermieri di fornire una versione "più accomodante" istigando i colleghi a dichiarare il falso. Negli ultimi giorni inoltre sulla scrivania dei pubblici ministeri sarebbe arrivata un'altra segnalazione da parte di alcuni familiari che chiederebbero agli inquirenti di indagare sulla morte di un loro parente avvenuta nello stesso periodo.