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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Brescia, interrogato il primario accusato della morte di due pazienti Covid: “Sono sereno”

È finito l’interrogatorio di Carlo Mosca, il primario del pronto soccorso dell’ospedale Montichiari, in provincia di Brescia, accusato di aver somministrato dei farmaci – causandone la morte – a due pazienti Covid. Il medico ha spiegato di essere sereno e di aver “chiarito la mia posizione punto per punto”. I legali hanno inoltre chiesto la revoca dei domiciliari e il gip si è riservato.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Sono assolutamente sereno": a dirlo è Carlo Mosca, il primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari – in provincia di Brescia – accusato di aver ucciso due pazienti affetti da Covid somministrando dei farmaci. I legali del medico, dopo l'interrogatorio durato due ore e avvenuto oggi venerdì 29 gennaio davanti al giudice per le indagini preliminari, hanno affermato che Mosca ha risposto e chiarito tutte le contestazioni. Gli avvocati Michele Bontempi ed Elena Frigo hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari, ma il gip si è riservato.

Chiesti approfondimenti per la morte di un'altra persona

Sembrerebbe inoltre che i familiari di un paziente morto all'ospedale di Montichiari abbiano chiesto approfondimenti circa la morte del loro parente. Al momento Mosca rimane comunque accusato della morte di due persone: Angelo Paletti e Natale Bassi. Entrambi sono morti tra il 20 e il 22 marzo nella struttura. L'autopsia ha rivelato che nella salma di Paletti fossero presenti tracce di Proponol, un farmaco anestetico che dovrebbe essere utilizzato prima di intubare un paziente. Nel corpo di Bassi invece non sono state trovate tracce di farmaci, ma sulla base delle ricostruzioni fornite da infermieri e colleghi sembrerebbe che la morte sia avvenuta per la somministrazione di un altro farmaco – la Succinilcolina – che una volta in corpo può provocare insufficienza respiratoria fino all'arresto cardiaco nel caso in cui non si dovesse procedere con l'intubazione.

Avrebbe chiesto ai colleghi una versione "più accomodante"

Sul medico inoltre pesano altre due accuse: sembrerebbe che abbia falsificato le cartelle cliniche decidendo di non inserire la somministrazione dei due farmaci che hanno provocato la morte, ma di aggravare le condizioni di salute dei due. Alcuni medici e infermieri avrebbero poi affermato che Mosca avrebbe chiesto di fornire ai carabinieri una "versione accomodante" istigandoli così a dichiarare il falso. 

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