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Covid 19

Boom di contagi nel Lodigiano dopo gli zero casi del 15 giugno di Codogno: colpo di coda della Delta

Dopo gli zero contagi registrati a Codogno per la prima volta lo scorso 15 giugno dal febbraio del 2020, nel Lodigiano – sia nel comune prima zona rossa d’Italia che in quelli limitrofi – è di nuovo boom di casi di positività al covid. I sindaci di Codogno e Casalpusterlengo, che distano un chilometro circa tra di loro, parlano di una leggera febbre, nulla in confronto a un anno e mezzo fa.
A cura di Filippo M. Capra
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Dopo gli zero contagi registrati a Codogno per la prima volta lo scorso 15 giugno dal febbraio del 2020, nel Lodigiano – sia nel comune prima zona rossa d'Italia che in quelli limitrofi – è di nuovo boom di casi di positività al covid. I sindaci di Codogno e Casalpusterlengo, che distano un chilometro circa tra di loro, parlano di una leggera febbre, nulla in confronto a un anno e mezzo fa. Eppure, l'allarme c'è, dettato da un colpo di coda del virus e della sua variante, la Delta, che sta maggiormente spaventando l'Italia e il mondo in questo periodo.

Mini boom di contagi dopo due focolai

Nella provincia di Lodi i casi sono aumentati di 248 dallo scorso primo luglio, facendo registrare l'indice di contagio più alto di tutta la Lombardia. Una parziale spiegazione del nuovo innalzamento di casi arriva da due focolai accertati: uno a Codogno, a seguito di una festa al Koral Beach, e l'altro a Pizzighettone, nel Cremonese, al confine con il Lodigiano, dove dopo un matrimonio lo sposo è risultato positivo, mandando in quarantena cinquanta persone. Anche a Castiglione d'Adda al momento si contano una trentina di positivi. Ciononostante, l'Ats – che monitora con totale attenzione l'andamento della zona – resta sostanzialmente tranquilla. C'è attenzione, non preoccupazione, dicono. Tanto che sia il sindaco di Codogno Passerini che quello di Casalpusterlengo Delmiglio hanno parlato di "nessun'ospedalizzazione". I contagiati avrebbero "pochi sintomi, altri nemmeno uno. Prima qui un contagiato significava un intubato".

Nessun ricovero in terapia intensiva

Assente, per il momento, la pressione sugli ospedali. Il direttore generale dell'Asst di Lodi Salvatore Gioia ha detto che "ad oggi i ricoverati sono una decina, tutti a bassa intensità e nessuno in terapia intensiva. Detto questo, sicuramente l’aumento dei casi è dovuto a qualche comportamento meno attento, perciò richiamo ancora una volta all’importanza di atteggiamenti responsabili e dell’adesione alla campagna vaccinale". Nel Lodigiano, circa 9 mila giovani tra i 12 e i 19 anni non sono ancora vaccinati.

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