Boom di contagi, Galli: “È un disastro, nessuno sconto di quarantena a chi non ha la terza dose”
"È un disastro, siamo di nuovo in un grosso guaio. Bisognerebbe decidersi a prendere posizioni più precise rispetto alle due realtà che maggiormente aiutano la diffusione del virus: i non vaccinati per scelta, per quanto Omicron colpisce anche i vaccinati, e tutti coloro che non sono vaccinati per scelta altrui o impossibilità, tipo i bambini. Molti di loro e molti adolescenti non hanno ancora il ciclo completo di vaccino". Questo il commento del professor Massimo Galli a Fanpage.it che lo ha contattato a seguito del boom di contagi in Lombardia dove nelle ultime 24 ore ne sono stati segnalati ulteriori 28.795.
Professore, c'è una ricetta per arginare questa ondata?
Noi ci troviamo di fronte al preoccuparsi molto dei no vax, che sono un problema, ma ci sono anche i non vaccinati innocenti. La ricetta è solo una: vaccinare il più possibile fin dove si può, approfittando delle vacanze natalizie con le scuole chiuse nella speranza che le fasce più giovani siano meno colpite e abbiano meno occasione di diffondere il Covid.
Cosa ne pensa degli "sconti" alla quarantena?
Possono essere proponibili per chi ha già ricevuto la terza dose, molto di meno per gli altri. Andrebbe rivalutata poi la posizione di coloro che sono guariti dall'infezione. La guarigione dovrebbe, e sottolineo il condizionale, garantire capacità di difesa maggiore dal vaccino, ma va però sottolineato che primissime evidenze dimostrerebbero che Omicron riesce a bucare la difesa fornita da un'infezione pregressa con una nuova infezione, comunque blanda o asintomatica.
Qual è il punto?
Che più gente si infetta più virus circola più persone finiranno negli ospedali. Sia che siano no vax o che non hanno risposto al vaccino, perché poi c'è anche questo problema. A livello mondiale non ci si è mai voluti preoccupare di andare a misurare la risposta al vaccino se non in studi. Questo significa che quando vaccini ipotizzi che i vaccinati siano protetti.
Se il trend contagi si confermasse, quale il rischio per gli ospedali?
La popolazione ha deciso di controllarsi il tampone, c'è un movimento popolare di persone che hanno deciso di sapere se sono infettate o no. E questo è importante. Il numero di tamponi è talmente maggiore che consente di individuare infezioni che altrimenti non avremmo individuato. Ciò non di meno quando le infezioni sono veramente molte, anche se volessimo ipotizzare una minor virulenza e capacità di indurre malattia grave, cosa tutta da provare con questa variante, più gente si infetta più persone finiscono nei reparti. Rischiamo di dover di nuovo metter mano alla riconversione di alcuni reparti che dovrebbero fare altro. La storia rischia di ripetersi.
I tamponi rapidi sono meno affidabili con Omicron?
Difficile che Omicron possa sfuggire più delle altre varianti, ma un tampone rapido per essere positivo deve trovare circa 500, 600mila unità virali in un millilitro di materiale esaminato. Il tampone molecolare solo 100mila. Ciò può significare anche che quando rapido è negativo è possibile, ma non certo, che la persona sia ugualmente positiva con una carica virale così bassa da non infettare.
Quando si è generata Omicron?
Si sarà generata la scorsa primavera, non dopo. Poi si è diffusa e quando abbiamo preso atto del problema, la volpe era già nel pollaio.