Blackout a Milano, l’ad di Unareti: “Ci scusiamo con i cittadini, in due giorni i guasti di un mese”
Scoppia il caldo e Milano si ritrova al buio. In due giornate, tra lunedì 14 e martedì 15 giugno, due diversi blackout hanno causato diversi disagi ai cittadini milanesi. Ad essere colpite sono state la zona centrale della città, con i negozi della Galleria al buio e perfino Palazzo Marino senza corrente, e poi i quartieri della zona Nord, come Affori. Anche il sindaco Beppe Sala si è detto preoccupato per la vicenda: "Ne ho parlato con i vertici di A2a perché obiettivamente è una situazione che non può funzionare", ha detto a margine di un evento, aggiungendo che "molti dei problemi sono radicati nel tempo quindi serve un piano di investimento serio". Per capire cosa sia successo esattamente e quali siano gli investimenti necessari affinché non accada più Fanpage.it ha intervistato l'ingegner Francesco Gerli, amministratore delegato di Unareti, società del gruppo A2a che gestisce i servizi di distribuzione dell'elettricità.
Ingegner Gerli, innanzitutto cosa è successo? Quali sono le ragioni tecniche dei blackout?
I problemi li abbiamo avuti essenzialmente il 14 e 15 giugno: sono guasti abbastanza classici. Nella maggior parte dei casi si tratta di giunzioni della rete di media tensione interrata che distribuisce energia elettrica in città, che sono i punti più deboli della rete. Quello che è successo in questi giorni e ha causato i disagi di cui ci scusiamo, è che abbiamo avuto un grande numero di guasti concentrato in poco tempo. Una circostanza ascrivibile alla repentina variazione di carico che abbiamo avuto da una settimana con l'altra. Venendo da un periodo in cui la rete non era particolarmente sollecitata, l'aumento di temperature ha fatto aumentare i prelievi, perché ad esempio i condizionatori vengono utilizzati più che in primavera. E la temperatura influisce anche direttamente, perché i cavi restano più caldi.
Cosa succede quando si verificano questi guasti?
Noi facciamo delle prime manovre di contro alimentazione, però esiste un effetto domino: la rete che si usa per contro alimentare quella interessata dal guasto si sovraccarica ancora di più e quindi in sintesi accade questo: la maggior parte delle aree cittadine non subisce alcun disservizio, mentre alcune aree sono invece particolarmente martoriate perché è lì che si verificano guasti più a grappolo. Quindi dove si verifica il primo guasto la rete viene sollecitata e se ne verifica un secondo, e così via.
Quindi non ci sono zone della città più penalizzate a livello strutturale, quartieri di serie A e di serie B, ma dipende da dove si verifica per primo un guasto?
Sì, diciamo che dove la rete comincia a cedere, generalmente è in quell'area che si verificano altri guasti perché sovralimentata. Quanto accaduto negli scorsi giorni chiaramente è dovuto alla concentrazione in breve tempo di alcune decine di guasti. Voglio precisare che abbiamo settemila chilometri di rete sottoterra e 35mila di questi oggetti (i giunti, ndr) soggetti a guasti: quindi in percentuale sono pochissimi i disservizi, ma certo se mi metto nei panni del cittadino che sta 4 ore senza energia elettrica so che questo aspetto gli interessa poco.
A proposito di mettersi nei panni dei cittadini: l'impressione è che ogni anno all'inizio dell'estate si verifichino questi guasti. È proprio così oppure no? E c'è anche un problema strutturale, e di investimenti possibili per adeguare la rete?
Sul fatto che ogni anno sia così direi di no. Ci sono anni migliori e peggiori, ma sicuramente dato un anno il periodo che più si avvicina all'estate è quello con più frequenza di guasti. Per questi però siamo strutturalmente equipaggiati: poi ci sono situazioni particolari come quella di questi ultimi giorni dove abbiamo dovuto quadruplicare le squadre in campo. Per far capire meglio la situazione: in due giorni abbiamo registrato guasti che normalmente si registrerebbero in un mese.
E per quanto riguarda gli investimenti sulla rete?
Venendo al tema più strutturale ci sono due aspetti: gli ingenti investimenti per mantenere in salute la rete e l'esigenza di adeguare la rete alla crescita dei consumi elettrici che si è verificata in questi ultimi anni e che continuerà a verificarsi in futuro. Perché la transizione energetica di cui tutti parlano di fatto trascina tra i vari sottostanti il fatto che molti consumi si elettrificheranno. Pensiamo ad esempio alle auto elettriche, che sono solo uno degli aspetti dell'elettrificazione dei consumi. Per far fronte a questo scenario abbiamo un piano di investimenti cresciuto negli ultimi anni e che crescerà ancora: sulla rete di Milano sono passati da 59 milioni di euro nel 2018 a 88 milioni nel 2020 e cresceranno fino a oltre 100 milioni nel 2021, per arrivare a 120 milioni a partire dal 2024. Dobbiamo sostituire parte della rete esistente ma anche costruire nuovi impianti che mettano energia nella città di Milano per far fronte a questa elettrificazione: i piani a induzione, le pompe di calore elettriche per il riscaldamento… Per dare dei numeri: dagli anni '70 fino a pochi anni fa avevamo 9 cabine primarie, cioè quelle che prendono l'energia dalla rete nazionale e la danno a quella cittadina. Poi ne abbiamo costruite altre due, due ulteriori entreranno in servizio nel 2022 e altre 6 sono in programma fino al 2030. Questo vuol dire che abbiamo avuto un numero di cabine primarie costante per 40 anni, e ora le raddoppieremo nel giro di pochi anni. Questo ci aiuta ad avere nuovi punti di immissione di energia, che distribuiscono e razionalizzano meglio il carico, evitano i sovraccarichi e in parte vanno a far fronte all'aumento dei consumi.
A proposito di aumento dei consumi: nella nota che avete diffuso dopo i disagi vi siete scusati con i clienti. Ma c'è anche qualche comportamento che i cittadini possono mettere in atto per limitare l'utilizzo di energia elettrica?
Allora il cliente non è tenuto a niente, e noi non vogliamo scaricare assolutamente la colpa sui cittadini. Ma è chiaro che se si evita di concentrare i consumi negli orari peggiori della giornata, ad esempio al pomeriggio quando le persone tornano a casa dagli uffici e accendono i condizionatori, e in generale un consumo consapevole aiuta sicuramente tutta l'infrastruttura. Penso a tutti quei consumi che sono contenibili, come regolare il climatizzatore a temperature non troppo fredde, o stare attenti agli orari di quei consumi che si possono governare: lavastoviglie e lavatrici possono essere fatte andare di notte quando i consumi sono più bassi. Questi sono comportamenti che ci aiutano, pur non essendo degli obblighi per il cittadino.
I blackout si verificano solo a Milano o in tutta Italia?
A seconda del territorio si hanno problemi differenti, ma tutti hanno problemi riferiti a questa elettrificazione dei consumi e anche ad aspetti climatici che diventano sempre più esacerbati: mi riferisco alle ondate di calore piuttosto che, ma questo interessa meno Milano rispetto ad altre città, a eventi atmosferici molto forti come le bombe d'acqua, che generano allagamenti e possono creare disservizi agli impianti sottoterra. Diciamo che con i grandi caldi estivi tutte le città soffrono, Milano come i grandi capoluoghi.