Bimbo ucciso a Milano: perché è stato annullato l’ergastolo al padre di Mehmed
Alijica Hrustic, padre del piccolo Mehmed, il bimbo di due anni ucciso tra il 21 e il 22 maggio 2019 in una casa Aler vicino a San Siro a Milano, in primo grado era stato condannato all'ergastolo. Per i giudici si trattava di omicidio volontario, maltrattamenti sia al piccolo che alla madre che è stata risarcita con centomila euro insieme agli altri due figli e per tortura: è stato il primo caso in Italia in cui un uomo è stato condannato per questo reato nell'ambito delle violenze domestiche.
Così è morto il piccolo Mehmed
Mehmed è morto per le gravissime lesioni riportate: cinquantuno calci e pugni in testa, gli ha lacerato il labbro superiore, gli ha dato morsi su braccia e schiena, gli ha provocato delle ustioni sotto a piedi fino a darsi un colpo mortale alle 6 del mattino. "Non credevo che l'avrei ucciso", ha detto il 26enne dopo il suo arresto e durante l'interrogatorio davanti ai magistrati.
Perché è stato annullato l'ergastolo
Ieri, mercoledì 9 marzo, la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha fatto cadere l'accusa di omicidio volontario e anche quella per tortura. Non solo: l'uomo, difeso dall'avvocato Giuseppe De Lalla, è stato assolto per i maltrattamenti alla moglie e quanto fatto al figlio è stato riqualificato nel reato di maltrattamenti.
Adesso dovrà scontare 28 anni di carcere
L'uomo quindi non dovrà più scontare l'ergastolo, ma 28 anni di carcere. Ad aggravare la sua posizione: la minorata difesa del piccolo e l'avere agito con sevizie. Tra quaranta giorni arriveranno le motivazioni della sentenza che forniranno un quadro più ampio su come siano stati ricostruiti i fatti.