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Bimbo di due anni ucciso di botte dal padre

Bimbo ucciso a Milano, annullato l’ergastolo per il padre di Mehmed: condannato a 28 anni di carcere

Annullato l’ergastolo per Alija Hrustic, il 26enne che causò la morte del figlio di appena due anni e mezzo, Mehmed, a Milano. I giudici della Corte d’assise d’appello hanno riqualificato il reato da omicidio volontario a maltrattamenti pluriaggravati anche dalla morte della vittima, condannando l’uomo a 28 anni di carcere.
A cura di Francesco Loiacono
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È stato annullato in appello l'ergastolo per Alija Hrustic, il 26enne che causò la morte del figlio di appena due anni e mezzo, Mehmed. I giudici della Corte d'assise d'appello di Milano hanno riqualificato il reato da omicidio volontario a maltrattamenti pluriaggravati anche dalla morte della vittima, condannando l'uomo a 28 anni di carcere. Escluso dai giudici anche il reato di tortura, che era stato riconosciuto per la prima volta nella sentenza di primo grado.

La tragedia di Mehmed nel maggio del 2019

Per i giudici della Corte d'assise d'appello di Milano la morte del piccolo Mehmed, avvenuta la notte tra il 21 e il 22 maggio 2019 in via Ricciarelli a Milano, in zona San Siro, non fu un omicidio. Solo tra 40 giorni si conosceranno le motivazioni di una sentenza destinata comunque a far discutere. La condanna di Alija Hrustic, che è stato invece assolto "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di maltrattamenti aggravati sulla moglie, dimostra infatti la sua piena responsabilità nella morte del piccolo Mehmed, un bimbo rom di origine croata.

La famiglia di Mehmed viveva in una casa popolare occupata di proprietà dell'Aler, l'azienda di edilizia residenziale di proprietà di Regione Lombardia. Le indagini avevano accertato i continui e pesanti maltrattamenti subiti dal bimbo, trovato con delle bruciature anche sui piedi. "L’ho picchiato, poi l’ho visto morto, non credevo che l’avrei ucciso", aveva detto il padre di Mehmed davanti ai magistrati poco dopo il suo arresto. Nei confronti dell'uomo era stato contestato per la prima volta in Italia il reato di tortura. Adesso la decisione della Corte d'appello riapre uno squarcio su una vicenda che le istituzioni cittadine e lo stesso quartiere avevano cercato di dimenticare in fretta.

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