Bimbo trovato morto in culla, per la Corte è stato un omicidio: condannata la madre a 10 anni
È stata condannata a dieci anni di reclusione la madre del piccolo Liam, il bimbo di appena due settimane che è stato trovato morto nella culla a Ballabio. L'accusa nei confronti della donna è di omicidio preterintenzionale aggravato dal vincolo di parentela. La Corte d'Assise di Como ha deciso poi di assolvere il padre perché il fatto non sussiste. Quanto stabilito dai giudici è stata una sorpresa considerato che il pubblico ministero avrebbe richiesto l'assoluzione.
I due ricoveri in ospedale
La vicenda risale a ottobre 2015. La madre è ritenuta responsabile di aver dato delle percosse al piccolo che ne hanno causato la morte. Nel caso del padre invece, l'accusa era di omissione perché avrebbe "tollerato" la condotta della madre che, in appena due settimane, avrebbe picchiato il bimbo tanto che il piccolo, prima di morire, era stato ricoverato già due volte. Secondo quanto stabilito dai giudici, la donna avrebbe utilizzato uno strumento "contundente" o avrebbe sbattuto la testa del neonato su una superficie rigida schiacciandogli il cranio e favorendo l'insorgere di una polmonite che ne ha causato la morte.
Gli approfondimenti sui medici
La Corte ha anche chiesto di trasmettere gli atti alla Procura di Lecco per poter approfondire la posizione dei medici che avevano preso in cura il piccolo durante il secondo ricovero. L'obiettivo è accertare che non vi siano state delle omissioni che avrebbero potuto comprendere le reali condizioni del piccolo. Il primo ricovero era avvenuto perché il piccolo era caduto, il secondo perché erano comparsi dei rigonfiamenti che sarebbero stati riconducibili a delle fratture craniche.