Bimbo muore dopo il parto in casa, ostetrica accusata di omicidio colposo: “I neonati devono nascere in ospedale”
È accusata di omicidio colposo l'ostetrica milanese, ora a processo, che il 4 aprile del 2022 si trovava nell'abitazione di una giovane coppia di Concorezzo (Monza e Brianza) per assistere al parto casalingo del loro secondo figlio. Dopo il travaglio, il neonato è andato in ipossia ed è morto due giorni più tardi in ospedale.
Secondo l'accusa, la professionista sarebbe colpevole di una lunga serie di negligenze, a partire dal fatto di non essersi fatta affiancare da una seconda ostetrica, come previsto dalle linee guida della normativa regionale in tema di parto domiciliare, ma solo da una "doula" (figura assistenziale non medica e non sanitaria che affianca la partoriente nel percorso di maternità). E di non avere avvertito il più vicino ospedale che era in corso la nascita del bambino, in caso di emergenze.
"I bambini devono nascere in ospedale, il piccolo non aveva assistenza", le parole, riportate da Il Giorno, della dottoressa che ha soccorso e rianimato il bimbo appena nato in casa, convocata oggi come testimone al dibattimento davanti al giudice Carlo Ottone De Marchi.
Era diverso tempo che la coppia monzese stava valutando l'ipotesi di far nascere il loro secondo figlio a casa e non in ospedale. Così, dopo aver preso accordi con l'ostetrica che ha seguito la gravidanza, ad aprile 2022 aveva organizzato il parto in ambito domestico.
Qualcosa, però, sarebbe andato storto. Durante il travaglio il cordone ombelicale sarebbe rimasto infatti legato attorno al collo del neonato, mandandolo in ipossia e fermando il suo cuore: il piccolo, nonostante i tentativi di rianimazione e il ricovero, è deceduto due giorni dopo.