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Bimbo muore dopo il parto in casa, ostetrica accusata di omicidio colposo: chiesti due anni

L’accusa ha chiesto due anni di reclusione per l’ostetrica 70enne accusata di omicidio colposo. La levatrice aveva fornito assistenza per far nascere il bimbo di una coppia a Concorezzo (Monza e Brianza). Il neonato è morto in ospedale dopo due giorni.
A cura di Carlo Coi
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Nella giornata di ieri mercoledì 16 ottobre, il pubblico ministero della Procura di Monza, Sara Mantovani, ha chiesto la condanna a due anni di reclusione per un'ostetrica 70enne accusata di omicidio colposo. La levatrice, il 4 aprile 2022, stava fornendo assistenza a una coppia di quarantenni residente a Concorezzo – in provincia di Monza e della Brianza – per far nascere il loro bambino. Sfortunatamente a causa di alcune complicanze, la donna e il neonato sono stati costretti al ricovero in ospedale dove il piccolo è morto due giorni dopo.

Le accuse del pubblico ministero

Il pubblico ministero ha accusato l'ostetrica di non aver rispettato la normativa regionale in tema di parto domiciliare. L'indagata non si sarebbe fatta affiancare da una seconda ostetrica e non avrebbe avvertito l'ospedale che era in corso la nascita di un bambino per eventuale assistenza in caso di complicazioni che erano possibili viste le dimensioni del feto.

La pm ha sostenuto come al momento delle prime complicanze, l'ostetrica si sia pietrificata andando completamente nel pallone. Non ha neppure chiamato i soccorsi e non ha seguito la donna in ambulanza per accertarsi delle sue condizioni.

La risposta dell'imputata

Secondo l'imputata non c'erano le avvisaglie per consigliare il parto in ospedale. Il decesso dovrebbe essere stato causato dal cordone ombelicale che ha impedito la torsione del feto. Dopo la ricostruzione della pubblica accusa che ha chiesto una condanna a due anni di reclusione, a novembre, toccherà alla difesa dell'imputata sottolineare tutti gli elementi a favore della propria cliente.

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