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Bimbo di 9 anni sottratto con forza alla madre: “Non l’ho neanche salutato, ho paura di non vederlo più”

Il 29 giugno scorso a Casalmaiocco, comune di appena tremila persone nel Lodigiano, un bimbo di nove anni è stato allontanato dalla madre. Il piccolo è stato trasferito in una comunità dopo che il padre ha presentato un’istanza al in cui lamentava che l’ex compagna non gli consentisse di vedere il figlio. Nel provvedimento del giudice – in cui viene disposto il trasferimento – non c’è alcun riferimento né al fatto che Deborah non sia idonea a crescere il bambino né sono presenti accuse di violenze o maltrattamenti. Nonostante questo, il piccolo le è stato comunque tolto.
A cura di Ilaria Quattrone
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Accerchiato da degli sconosciuti, portato via senza che nessuno gli spiegasse cosa stesse accadendo e soprattutto senza poter salutare la sua mamma: è questo quello che è accaduto il 29 giugno scorso a Casalmaiocco, comune di appena tremila persone nel Lodigiano. A raccontarlo a Fanpage.it è Deborah, la mamma del bimbo di nove anni protagonista di questa terribile vicenda.

Il piccolo è stato trasferito in una comunità dopo che il padre ha presentato un'istanza al Tribunale: l'uomo lamentava che l'ex compagna non gli consentisse di vedere il figlio.

Nel provvedimento del giudice – in cui viene disposto il trasferimento – non c'è alcun riferimento né al fatto che Deborah non sia idonea a crescere il bambino né sono presenti accuse di violenze o maltrattamenti. Nonostante questo, il piccolo le è stato comunque tolto.

La vita in quell'appartamento si è fermata

"Io ho paura che gli facciano un lavaggio del cervello. Ho paura che non me lo rimandino più a casa", spiega a Fanpage.it la stessa Deborah che, da quel 29 giugno, non fa che chiedere che gli venga restituito il suo bambino. Nel suo appartamento la vita sembra quasi essersi fermata: "Vedo in giro le sue cose, non è una bella sensazione. C'è il suo libretto delle storie, i suoi compiti delle vacanze".

La mattina del 29 giugno Deborah si trova in casa. La sua giornata è interrotta da una telefonata del primo cittadino: "Mi dice che ha urgenza di avere le chiavi di casa di mia madre". La donna si precipita in Municipio. Con lei c'è anche il figlio e un'amica. Deborah lascia il piccolo a quest'ultima: "Le dico di tenermelo per cinque minuti, che sarei andata e tornata".

Il momento in cui il bimbo viene portato via

In quei cinque minuti, il bambino è già stato strappato dalle mani dell'amica. Il provvedimento infatti viene attuato prima che venga notificato alla madre: "Mi trovo con il sindaco e il capo della polizia municipale. Mi fanno parlare del più e del meno proprio per intrattenermi. Dopodiché sento aprire la porta dietro di me. Vedo entrare una miriade di persone che hanno iniziato a dirmi che dovevo sedermi e ascoltare il decreto. Ho inizio a dire che era un mio diritto non leggerlo e che soprattutto era un mio diritto farmi uscire. Loro non me lo hanno permesso".

In strada, intanto, l'amica vede due persone avvicinarsi. Non si presentano al piccolo e lo portano via: "Era come pietrificato. Era in uno stato di shock".

Nel 2017 la donna si separa dal compagno

Nel ripercorrere quanto accaduto il 29 giugno, Deborah si rimprovera di non essere riuscita a proteggerlo dopo cinque anni. Cinque anni fa, nel 2017, la donna si separa dal padre del bambino. Da quel momento inizia una battaglia famigliare e legale culminata poi nel trasferimento in comunità: è stato il padre a presentare un'istanza dove lamentava che l'ex compagna non gli facesse più vedere il figlio.

In base a quanto raccontato da Deborah, in passato il bimbo avrebbe avuto paura del padre: "Mi domando come mai il Tribunale – spiega a Fanpage.it l'avvocato della donna Donatella Bussolati – davanti a delle dichiarazioni forti di un bambino che dice che non vuole vedere il padre perché lo prende in giro, perché gli tira le sberle, perché si arrabbia facilmente dopo pochi minuti, non abbia pensato che tutela del minore è perlomeno verificare quello che sta dicendo e non presumere che sia colpa della mamma il fatto che il bambino denuncia e dichiara delle violenze e un’aggressività eccessiva da parte del padre".

L'allontanamento come extrema ratio

Alla legale è stato comunicato il decreto alle 10.10 del mattino quando il bambino era già stato prelevato, quando la mamma era già stata sequestrata: "Quello del bambino lo riterrei un rapimento. Lo ritengo un crimine contro i bambini, sicuramente è un dato certo che un allentamento è un danno per definizione e un trauma quindi deve essere effettuato come extrema ratio se ci sono casi di violenza, di maltrattamenti nei confronti del minore".

Bussolati specifica che la stessa ordinanza della Corte di Cassazione del 2022 dice che non è possibile allontanare un minore dal proprio genitore collocatorio "per una presunta alienazione. Sicuramente non quando c’è un ambiente sereno come quello di questo bambino. A dirlo non sono io, ma anche le pagelle stesse del minore".

Deborah è una madre idonea

Deborah spiega a Fanpage.it che sul decreto non è specificato che lei non sia idonea come madre: "Mi manca vederlo in giro, mi manca sentirmi chiamare mamma. Non l’ho neanche salutato. Farò di tutto. Un buon genitore non fa rinchiudere il figlio in comunità anche perché io non oso immaginare il trauma del mio bambino di soli nove anni", conclude poi Deborah.

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