Bimbo di 11 mesi ucciso in casa, la mamma Elisa Roveda dice di non ricordare niente di quel giorno
Elisa Roveda è stata interrogata nei giorni scorsi dal pubblico ministero Paolo Mazza. La 44enne ha raccontato delle sue difficoltà e della crisi depressiva che a maggio le avevano fatto lasciare il lavoro. Ma di quella mattina del 14 luglio in cui suo figlio Luca è morto ad appena 11 mesi, non ricorda nulla. Ora si trova agli arresti domiciliari in una casa di cura perché accusata del suo omicidio volontario e nelle prossime settimane sarà sottoposta a una perizia psichiatrica.
Le accuse della Procura e la perizia psichiatrica
Come riportato da La Provincia Pavese, l'interrogatorio era stato richiesto dallo stesso pm, dato che al momento della convalida dell'arresto Roveda non era riuscita a rispondere alle domande del gip. Secondo l'accusa, era stata proprio lei a uccidere suo figlio Luca provocandogli un'asfissia mentre si trovavano soli nel loro appartamento lungo Strada Mezzana a Voghera.
Il pm Mazza, quindi, le contesta l'omicidio volontario, aggravato dalla relazione con la piccola vittima. Nelle prossime settimane la 44enne sarà sottoposta a una perizia psichiatrica voluta anche dalla difesa Un esperto dovrà chiarire se era capace di intendere e di volere nel momento del fatto e anche la capacità di stare in giudizio e di comprendere quanto le viene accusato.
Roveda ora si trova agli arresti domiciliari in una casa di cura in Oltrepò, dove era stata trasferita a settembre dopo le dimissioni dal reparto di Psichiatria del Policlinico San Matteo di Pavia per poter proseguire le terapie.
La depressione e quella mattina del 14 luglio
Che soffrisse di depressione, lo sapevano tutti in famiglia. La 44enne era stata in cura da tre specialisti diversi e la madre e il marito facevano di tutto per non lasciarla sola, specie dopo che aveva avuto Luca. Durante le perquisizioni dell'appartamento, gli investigatori avrebbero trovato i farmaci che Roveda prendeva e alcuni scritti in cui raccontava di non riuscire a vivere la sua vita con serenità.
La mattina del 14 luglio era rimasta sola per circa un'ora, da quando il marito era uscito per andare al lavoro alle 7 fino a quando sua madre è arrivata all'appartamento alle 8. Era stata lei che, dopo aver provato a farsi aprire dalla figlia, si era accorta che qualcosa non andava. Luca, infatti, era già morto.