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Bimba di 9 mesi presa a pugni dal patrigno, i vicini: “Sentivamo i pianti, ma pensavamo alle coliche”

I vicini di casa hanno sentito la piccola piangere quel pomeriggio in cui il patrigno l’ha presa a calci e pugni: “Pensavamo però fossero le coliche”.
A cura di Giorgia Venturini
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È in condizioni stabili e dovrebbe essere anche fuori pericolo la bimba di 9 mesi presa a pugni e calci dal patrigno tanto da ridurla in fin di vita. A poche ore dai fatti la piccola si trova ancora in gravi condizioni all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ma non dovrebbe essere in pericolo di vita.

Il patrigno era da solo in casa con la piccola

A ridurla in queste condizioni è stato nel pomeriggio di sabato primo ottobre il compagno della madre con cui è stata da sola per poche ore. L'uomo avrebbe già confessato l'aggressione davanti ai carabinieri e al pubblico ministero.

L'arrestato si chiama Mario Franchini: è un muratore e da qualche mese vive con la compagna e la figlia della donna avuta durante una precedente relazione.

Ora si sta cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto: quel pomeriggio i vicini hanno detto – in un'intervista rilasciata a La Repubblica – di aver sentito la piccola piangere "ma pensavamo alle coliche, mai potevamo immaginare una violenza simile".

La piccola aveva la testa rotta

E invece erano calci e pugno. A chiamare i soccorsi è stata la nonna della piccola, allertata dalla madre della bimba che iniziava a preoccuparsi dal momento che non riusciva più a mettersi in contatto con il compagno.

Una volta in ospedale i medici hanno trovato la piccola con la testa rotta, un'emorragia cerebrale, il radio, l'omero e costole fratturati. Oltre che lividi dappertutto. A chiamare i carabinieri sono stati i medici, non hanno avuto dubbi che a provare tali fratture ed ematomi erano state le botte.

Le indagini su possibili precedenti maltrattamenti

I carabinieri sono al lavoro per cercare di capire da quanto tempo andassero avanti i maltrattamenti: al momento però non risultano denunce passate. Intanto i sopralluoghi nell'appartamento avvenuti dopo il fermo non hanno fatto altro che accertare quanto già aveva confessato l'uomo.

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