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Bimba di 9 mesi morta subito dopo le dimissioni dall’ospedale: “Nessuna anomalia dalla cartella clinica”

Una bambina di 9 mesi è morta lo scorso 29 marzo dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Piacenza: era stata portata poche ore prima al Pronto soccorso con la febbre a 40. “Dalla cartella clinica del pediatra che ha visitato e successivamente dimesso la neonata non sono emersi riscontri di rilievo”
A cura di Francesca Del Boca
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È morta lo scorso 29 marzo dopo essere stata dimessa dall'ospedale di Piacenza una bambina di 9 mesi, portata poche ore prima al Pronto soccorso pediatrico con febbre alta, dolori e problemi respiratori. Dopo una notte in osservazione e le dimissioni dal Pronto Soccorso all'alba, le sue condizioni erano precipitate nel giro di poche ore. Il cuore della piccola, nonostante le manovre di rianimazione, aveva smesso di battere in poco tempo: per lei non c'è stato più niente da fare.

E se la famiglia della piccola vuole vederci chiaro, la struttura sanitaria ha già emesso una nota a proposito: "Dopo aver appreso la notizia abbiamo avviato una prima verifica interna sul caso", recita lo scritto della Usl di Piacenza. "Dalla cartella clinica, sulla base della valutazione dello specialista pediatra che ha visitato e successivamente dimesso la neonata, non sono emersi riscontri di rilievo”. Nessuna anomalia sarebbe emersa insomma a proposito del decesso improvviso della bimba, l'ultima dei quattro figli di una coppia italo-marocchina residente a San Fiorano (Lodi).

Nel frattempo, come ulteriore elemento di valutazione, il procuratore della Repubblica di Lodi Maurizio Romanelli ha disposto l'autopsia: in attesa dell’esame sul corpo, affidato al medico legale di Pavia, la salma è stata trasferita a Casalpusterlengo.

"Dicevano di non allarmarmi", erano state le parole della madre Catella De Martino. "La temperatura non scendeva più, era a 40. Signora, lei si preoccupa troppo, mi ha detto un medico. È una semplice febbre da curare con la Tachipirina. Il controllo è stato rapido, il dottore ha visitato mia figlia dopo tre ore", la sua testimonianza. "Mi dicevano di attendere, e io sbagliando mi sono fidata. Avevo la bambina in braccio, cercavo di consolarla perché piangeva e vomitava".

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