Bimba di 6 anni muore dopo una caduta dall’altalena, il gioco sarà sottoposto a perizia
La procuratrice di Bergamo, Letizia Aloisio, ha deciso che l'altalena del parco giochi di piazza Vittorio Veneto a San Filastro di Villongo (Bergamo) in cui lo scorso lunedì 2 settembre ha perso la vita una bambina di 6 anni, colpita alla testa dal seggiolino, dovrà essere sottoposta a perizia. L'incarico è stato affidato all'ingegnere Paolo Panzeri, il quale dovrà verificare se la giostra, ora sotto sequestro, rispettasse le normative sulla sicurezza.
L'incidente con l'altalena al parco giochi
Stando a quanto ricostruito finora, l'incidente è avvenuto qualche minuto dopo le 21. La piccola, residente a Credaro, si trovava sul seggiolino dell'altalena inclusiva al parco ‘Don Abele Agostinelli' di piazza Vittorio Veneto e si stava dondolando anche grazie alla spinta di altri bambini. Poco lontano c'era la madre della bambina, seduta su una panchina.
Ad un certo punto, forse a causa della perdita d'equilibrio o di una spinta troppo forte, la bambina è finita a terra e il seggiolino, particolarmente pesante, l'ha colpita alla testa. A chiamare i soccorsi è stata la madre la quale, però, non si sarebbe accorta subito di quanto accaduto. La piccola è morta poche ore dopo all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove era arrivata in elisoccorso in condizioni gravissime.
Le indagini e gli accertamenti
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. La procuratrice Aloisio ha già disposto i primi accertamenti. L'autopsia sul corpo della piccola è stata eseguita ieri sera, mercoledì 4 settembre, dal medico legale Luca Tajana e i risultati dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che a uccidere la piccola sia stato il colpo alla testa del seggiolino.
Più complessi, invece, dovrebbero essere gli accertamenti sull'altalena. L'ingegnere Panzeri dovrà verificare se rispettasse tutte le normative sulla sicurezza. Innanzitutto bisognerà chiarire se il suo utilizzo fosse limitato ai bimbi con disabilità per cui è stata pensata e, nel caso, se questo era stato segnalato insieme ai possibili rischi.