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Bimba di 16 mesi morta di stenti in casa: “La piccola Diana era magra e non camminava. Era sempre nel passeggino”

“Non abbiamo mai visto camminare la piccola Diana. Era sempre nel passeggino”. Parlano i vicini di casa di Alessia Pifferi, la 36enne che ha abbandonato per sei giorni la figlia di 16 mesi in casa facendola morire di stenti.
A cura di Giorgia Venturini
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Alessia Pifferi, arrestata per l'omicidio della figlia Diana
Alessia Pifferi, arrestata per l'omicidio della figlia Diana
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"Ma lei era affettuosa con la bambina". Racconta così una vicina di casa di Alessia Pifferi, la 36enne che ha abbandonato per sei giorni la figlia Diana, di appena 16 mesi, in casa facendola morire di stenti. La donna si era allontanata da Milano per raggiungere il compagno nella Bergamasca lasciando la piccola in un lettino da campeggio e con a fianco un biberon. In cucina gli investigatori hanno trovato una boccetta di En, un farmaco ansiolitico vuoto per tre quarti. Altri vicini a Fanpage.it racconta anche: "Ma lei era affettuosa con la bambina". "Non ci posso neanche pensare". E ancora: "La bimba era magrolina, ma bella. Sorridente, salutava. Giocava con la bambina".

Quando la donna lo scorso mercoledì è tornata nella sua casa di via Parea 15/20 nel quartiere Ponte Lambro di Milano la piccola era già morta. Avrebbe così bussato alla vicina in preda alla disperazione alcune ore dopo. Ma una volta arrivati i soccorsi in casa i medici non hanno potuto far altro che accertare il decesso: la piccola era già morta da giorni. In un primo momento la 36enne ha confessato di aver affidato la figlia alla madre e a una babysitter. Ma con il passare delle ore è emersa la verità: l'abbandono e la morte per stenti. "Sapevo che sarebbe potuta andare così", ha confessato agli inquirenti poco dopo l'arresto per omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.

La bambina avuta da un padre sconosciuto

Con il passare delle ore emergono nuovi particolari: il pubblico ministero che indaga Francesco De Tommasi e gli agenti della Squadra Mobile di Milano diretta da Marco Calì, hanno scoperto che la donna aveva avuto la bambina da una relazione clandestina di cui nessuno conosceva la sua esistenza: infatti la piccola non era stata avuta dalle relazioni durature passate della donna. Agli investigatori la donna ha detto di non essersi resa conto di essere rimasta incinta e di aver partorito in casa senza aver informato il padre.

I vicini: Non abbiamo mai visto camminare la piccola

Ora si dovranno chiarire tutti i dubbi: primo tra tutti – come riporta Il Giorno – quello che la donna non avrebbe mai portata la piccola dal pediatra. Sarà l'autopsia disposta sul corpo della piccola a chiarire lo stato di salute: certo è che i vicini parlano di una bambina "poco sviluppata" e che nessuno "ha mai visto camminare". I vicini avrebbero visto la donna con la figlia a gennaio del 2021, mese in cui sarebbe nata la bambina. A ancora da confermare se il parto sia veramente avvenuto in casa come dice la donna: certo è che madre e figlia non erano seguiti dai servizi sociali. Nessuno però in quartiere sa molto altro. Il padre verrà informato dagli inquirenti.

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