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Bimba con disabilità maltrattata e picchiata, chiesti 5 anni per la maestra di sostegno dell’asilo

La Procura di Brescia ha chiesto una condanna a 5 anni per una maestra di sostegno di un asilo. Secondo l’accusa, è stata lei ad aver maltrattato e procurato lesioni alla bimba con disabilità che doveva affiancare.
A cura di Enrico Spaccini
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Un frame dei video registrati dalle telecamere a circuito chiuso nell'asilo
Un frame dei video registrati dalle telecamere a circuito chiuso nell'asilo

Il pm di Brescia, Alessio Bernardi, ha chiesto una condanna pari a 5 anni di reclusione per la maestra di sostegno di un asilo della Bassa bresciana. Secondo l'accusa, l'insegnante ha maltrattato nella primavera del 2022 la bambina con disabilità cognitiva che le era stata affidata. Gli inquirenti avevano piazzato alcune telecamere a circuito chiuso all'interno della struttura che hanno registrato immagini che, per l'accusa, "sono chiarissime". Per il 30 novembre è attesa la sentenza.

Le immagini delle telecamere a circuito chiuso

I genitori della bambina avevano raccontato ai carabinieri di aver trovato sul corpo della loro figlia segni riconducibili a violenza fisica. La stessa bimba aveva, poi, indicato come responsabile la maestra di sostegno che la seguiva all'asilo. Per questo motivo, gli inquirenti avevano deciso di procedere con l'installazione di telecamere a circuito chiuso per verificare quanto denunciato.

Secondo il pm Bernardi, nelle immagini "si vede la maestra dare pizzicotti, tirare capelli, strattonare la bambina". Per questo motivo, ha continuato, sarebbe "inutile cercare responsabili altrove", perché il responsabile delle lesioni ai danni della bambina "è nei video". La richiesta dell'accusa, quindi, è che la maestra di sostegno arrestata nel primo giorno di registrazione, venga condannata a 5 anni per maltrattamenti pluriaggravati e lesioni aggravate a danno di un minore con disabilità.

La difesa dell'insegnante

Per gli avvocati difensori della maestra, però, le lesioni che ha riportato la piccola non sarebbero riconducibili al comportamento dell'insegnante. In particolare, alcune di quelle che sono finite al centro del processo secondo i consulenti sarebbero riferibili a giorni in cui la bambina non era andata all'asilo.

La difesa sostiene che tra maestra e alunna si era instaurato un ottimo rapporto e che la donna era una delle poche persone che le davano serenità.

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