Bidello si finge malato e resta a casa 5 anni a stipendio pieno: deve restituire oltre 110mila euro
Un collaboratore scolastico di un istituto del Lodigiano deve restituire al Ministero dell'Istruzione e del Merito una cifra pari a 115.711,93 euro. Lo ha deciso la Corte dei Conti, affermando che i documenti medici che il 49enne ha presentato per cinque anni per provare il suo handicap e la sua invalidità sono, in realtà, falsi o manomessi. Il bidello, finito ai domiciliari lo scorso anno, dovrà anche rispondere in sede penale delle accuse di truffa, contraffazione e alterazione di documenti medici.
I referti di visite mai fatte
Il 49enne, originario di Taurianova (in provincia di Reggio Calabria) e residente a Cornegliano Laudense (in provincia di Lodi), ha iniziato a prestare servizio come collaboratore scolastico nel 2013. Nel 2018, poi, ha ottenuto il riconoscimento di invalidità civile al 100 per cento e lo status di portatore di handicap grave. Due anni più tardi, in sede di revisione, la percentuale di invalidità è scesa al 50 per cento.
A queste visite il 49enne avrebbe presentato in tutto cinque referti medici: tre relativi a esami che non sarebbero mai stati effettuati e gli altri due, scrive la Corte dei Conti, "manomessi al fine di riportare una diagnosi di aggravamento delle patologie che di fatto non si era mai realizzato". All'istituto scolastico lodigiano in cui lavorava avrebbe, poi, presentato documenti che citavano la diagnosi di "terapia antalgica salvavita", ovvero "attinente a una neoplasia o con un generico riferimento a “radioterapia".
Gli stipendi ricevuti per cinque anni stando sempre a casa
Grazie al certificato di uno specialista, che ha negato di averglielo mai rilasciato, e ai documenti che si è fatto rilasciare dal medico di base, che sarebbe stato a sua volta raggirato, dal 2018 al gennaio 2021 ha presentato il materiale necessario per approfittare delle esenzioni di invalidità previste dal sistema sanitario della regione Lombardia. Uno schema che avrebbe replicato anche tra gennaio 2021 e maggio 2023, con certificati che indicavano "radioterapia”, “osteosarcoma in accertamento” e “cardiopatia ipertensiva in Osas”.
In questo modo, per cinque anni, il 49enne è riuscito a percepire il pieno stipendio senza mai lavorare. Almeno fino a quando a novembre del 2023 la guardia di finanza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip. Il bidello, che è stato denunciato per falso in atto pubblico, false attestazioni e certificazioni e truffa aggravata, è stato condannato in contumacia dalla Corte dei Conti alla restituzione degli oltre 115mila euro che ha percepito senza averne diritto.