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Bertolaso torna a Roma, ma in Lombardia non ha finito: “Continuerà a seguire la campagna vaccinale”

Il consulente per la campagna di vaccinazione della Lombardia, Guido Bertolaso, è in procinto di tornare a casa sua a Roma. L’ex capo della protezione civile considera esaurito il suo compito, ma continuerà a seguire anche a distanza la campagna vaccinale lombarda. Fontana: “Continuerà a lavorare per Regione Lombardia, di Bertolaso abbiamo ancora bisogno”. E in effetti la macchina vaccinale lombarda, seppur rodata, è ancora instabile.
A cura di Francesco Loiacono
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Guido Bertolaso
Guido Bertolaso

Il super consulente per la campagna vaccinale della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, è pronto a tornare a casa, a Roma. Lo ha annunciato ieri lo stesso Bertolaso, dicendo di aver esaurito il suo compito. E il "Corriere della sera" ha spiegato che lo scorso venerdì l'ex capo della protezione civile, arrivato a Milano a febbraio per dare una svolta a una campagna vaccinale che era partita con forti ritardi, avrebbe comunicato la propria decisione al presidente Attilio Fontana. Missione compiuta, dunque? Non proprio. Stando a quanto apprende Fanpage.it da fonti della Regione, Bertolaso sarebbe effettivamente in procinto di tornare nella Capitale, ma anche da lì continuerà a seguire la campagna vaccinale, anche se non a tempo pieno, con possibili nuove trasferte in Lombardia in caso di necessità. E a margine di una conferenza stampa che si è tenuta oggi in Regione è stato lo stesso Fontana a spiegare: "Continuerà a lavorare per Regione Lombardia e lo ringrazio per quanto fatto finora".

Fontana: Di Bertolaso abbiamo ancora bisogno

Il governatore ha aggiunto che Bertolaso "sicuramente ha dimostrato di aver fatto un ottimo lavoro che sta proseguendo. E comunque di Bertolaso abbiamo ancora bisogno, quindi sono convinto che continueremo a lavorare insieme perché la vaccinazione è un progetto rilevante". Non sarebbe stata fissata una data per il rientro a casa di Bertolaso, anche se l'indiscrezione del Corsera parla di metà maggio. Di certo Bertolaso ha ormai messo a punto, assieme alla vice presidente e assessora al Welfare Letizia Moratti, il piano vaccinale lombardo, che ha attraversato molte modifiche legate soprattutto all'approvvigionamento dei vaccini. E in particolare l'ex capo della protezione civile e medico in attesa di godersi la pensione ha curato l'aspetto logistico del piano, con la messa a punto degli hub vaccinali più grandi (come quello al Palazzo delle Scintille a Milano o alla Fiera di Brescia).

Negli ultimi giorni la campagna vaccinale in Lombardia è sotto i target

La "macchina" vaccinale lombarda è arrivata a fare oltre 73mila vaccinazioni al giorno, ma gli obiettivi fissati dal commissario straordinario Figliuolo prevedono che in Lombardia si arrivi a 100mila dosi giornaliere entro questa settimana. E lo stesso piano Bertolaso, che a febbraio aveva più volte promesso che tutti i lombardi sarebbero stati vaccinati entro giugno, prevede di arrivare fino a 144mila vaccinazioni al giorno per completare, nella migliore delle ipotesi, la prima somministrazione a tutti i cittadini vaccinabili entro il 18 luglio. La "macchina vaccinale" lombarda, dopo i tanti disservizi di Aria denunciati, non senza polemiche, dallo stesso Bertolaso, sembra adesso rodata, ma ancora instabile: lo conferma il fatto che, in questi ultimi giorni, la Lombardia abbia di gran lunga superato i target il 23 e il 24 aprile ma non li abbia raggiunti né il 25 né il 26 aprile, anche se in questo caso si tratta di dati non consolidati. Insomma: il lavoro di Bertolaso è lungi dall'essere finito, e se ritiene di aver compiuto la propria missione si sbaglia. Ma forse sulla scelta di tornare a casa pesano altre ragioni: la volontà di riavvicinarsi alla famiglia o anche l'ipotesi di candidarsi a sindaco a Roma. Lui lo ha sempre negato, ma in occasione dell'ultimo Natale di Roma non ha mancato di fare gli auguri alla Città eterna, con tanto di frecciata alla "sindaca di Nimes" Virginia Raggi.

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