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Covid 19

Bergamo tra le aree più colpite dal Covid al mondo: il 96% dei casi non è stato rilevato

Bergamo è una delle aree più colpite dal coronavirus nel mondo, più di New York, Londra e Madrid. Lo conferma uno studio dell’istituto Mario Negri, che ha rilevato una positività pari al 38,5 per cento tra i volontari testati. I ricercatori ritengono che il 96 per cento delle infezioni nella prima ondata non sia stato rilevato.
A cura di Simone Gorla
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La provincia di Bergamo è stata una delle aree del mondo più colpite dal coronavirus durante la prima ondata. Lo si era capito dal tragico bilancio di contagi e vittime in primavera. Lo conferma ora uno studio dell'Istituto ‘Mario Negri' e pubblicata sulla rivista EBioMedicine (gruppo The Lancet). La ricerca dimostra che la prevalenza di casi positivi nella Bergamasca è maggiore di quella di New York, Londra e Madrid.

Ricerca istituto Mario Negri: a Bergamo 38,5 per cento di positivi

Lo studio condotto dal gruppo di Giuseppe Remuzzi, il cui primo autore è Luca Perico, indica che è risultato positivo al virus SarsCov2 il 38,5% dei 423 volontari sui quali in maggio sono stati eseguiti il tampone nasofaringeo per la ricerca delle particelle virali e due tipi di test sierologici per la ricerca degli anticorpi. Estendendo il dato alla provincia gli autori dello studio ipotizzano che il 96% delle infezioni da COVID-19 non sia stato rilevato dal sistema sanitario. 

Non rilevato il 96 per cento delle infezioni

"Bergamo si profila come una delle aree più colpite al mondo con una sieroprevalenza che supera di gran lunga le stime di New York (19.9%), Londra (17.5%) e Madrid (11.3%). Dei 423 volontari coinvolti nella ricerca, 133 sono ricercatori del Mario Negri e 290 addetti dell'Azienda Brembo", è la conclusione dei ricercatori. "Il 38,5% dei volontari è risultato positivo al test sierologico e ha sviluppato gli anticorpi contro il nuovo coronavirus". Su questa base, "si può ipotizzare che 420.000 persone siano entrate in contatto col virus, contro le 16.000 dei dati ufficiali al 25 settembre 2020. Ciò – proseguono gli autori della ricerca – indicherebbe che il 96% delle infezioni da Covid-19 non è stato rilevato dal sistema sanitario".

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