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Bergamo, infermieri delle Rsa si licenziano per andare a lavorare in ospedale: “Ne mancano 50”

Il sistema già messo in crisi dall’emergenza Covid delle Rsa in provincia di Bergamo è messo nuovamente a dura prova a causa di una “emorragia di personale” che vede diversi infermieri licenziarsi per partecipare ai bandi indetti dalle Asst. Come confermato dalla presidente della associazione San Giuseppe, “all’appello mancano almeno 50 infermieri”. Ma le casse piangono, le Rsa non possono competere con gli stipendi pubblici e il servizio potrebbe venire meno. Almeno a livello qualitativo.
A cura di Filippo M. Capra
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Pare esserci una emorragia di personale infermieristico all'interno delle Rsa della Bergamasca. Dopo i problemi economici legati all'emergenza sanitaria che ha travolto la provincia, provocando la chiusura delle strutture e il blocco di tutti i nuovi ricoveri, ora le residenze per anziani devono fronteggiare un problema di organico che si starebbe facendo sempre più grosso da gestire. Come riportato dall'Eco di Bergamo, infatti, gli infermieri si starebbero progressivamente licenziando per partecipare ai bandi emessi dalle Asst che promettono assunzioni nell'ambiente ospedaliero.

Gli infermieri puntano al posto in ospedale, Rsa sul ciglio del burrone

Il passaggio, eventuale, offrirebbe al personale uno scatto di retribuzione mensile oltre che di carriera, ma metterebbe in ginocchio il già delicato sistema delle Rsa. Come denunciato dato da Barbara Manzoni, presidente dell'associazione San Giuseppe, infatti, "all’appello mancano almeno 50 infermieri, secondo una primissima stima". La Manzoni descrive la situazione come un "problema estremamente sentito" da affrontare con "grande urgenza perché rischiamo di non garantire i nostri standard". La presidente dell'associazione San Giuseppe è conscia del fatto che gli infermieri "migrano verso gli ospedali in virtù di una remunerazione leggermente più alta", ma questo avviene perché "le nostre case di riposo non hanno la forza economica per competere con le Asst". E a pesare, quindi, è nuovamente l'aspetto economico di un sistema ormai sul ciglio del burrone, con le Rsa che "devono fare i conti con i mancati introiti registrati nel periodo di chiusura e l’incertezza delle risorse che verranno trasferite dalla Regione", come ha dichiarato la Manzoni.

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