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Bergamo, il sindaco Gori: “Nessuna piazza chiusa, meno bus affollati e più didattica a distanza”

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori per ora non chiude strade e piazze: “Per chiudere piazza Pontida servirebbero 10 agenti. Le forze dell’ordine sono invece concentrate sui controlli per evitare assembramenti”. Il primo cittadino punta invece a ridurre la capienza sui mezzi pubblici dall’80 al 60 per cento e ad aumentare la didattica a distanza.
A cura di Giorgia Venturini
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Nessuna piazza chiusa, meno studenti sui bus e più didattica a distanza. Fa il punto della situazione su Bergamo il sindaco Giorgio Gori nell'attesa che domani esca una nuova ordinanza regionale, anche da lui approvata, che prevede il coprifuoco in tutta la regione. Per ora il primo cittadino bergamasco non sembra preoccupato: "I numeri sono in forte crescita, ma a Milano, Monza e Varese. Non qui a Bergamo per ora". Il primo cittadino bergamasco, però, richiama i cittadini alla prudenza per non ricadere nell'incubo della scorsa primavera, quando era Bergamo la provincia più colpita. Per ora, comunque, il sindaco non ha firmato nessun provvedimento cittadino: "Seguiamo le misure di contenimento del governo – ha dichiarato all'Eco di Bergamo – Qui non ravvisiamo la necessità di chiudere strade o piazze: per chiudere piazza Pontida servirebbero 10 agenti. Le forze dell’ordine sono invece concentrate sui controlli per evitare assembramenti", ha detto Gori al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito in Prefettura a Bergamo.

La capienza degli autobus ridotta al 60 per cento

Il sindaco Gori invece punta su una task force coordinata dalla Questura e sull'aumento della didattica a distanza del 50 per cento. Non solo, a Bergamo la tutela verso gli studenti parte dal trasporto scolastico: "La capienza degli autobus sarà ridotta dall'attuale 80 per cento previsto a livello nazionale al 60 per cento. Vedremo con l'agenzia di trasporto pubblico se sarà poi necessario anche aumentare l’offerta dei bus, che già oggi è superiore del 20 per cento". E poi Gori punta l'attenzione verso quei settori, come la ristorazione, più colpiti dopo la stretta del governo prima e della regione poi: "Sappiamo che ci sono lavoratori penalizzati da queste decisioni, ma il governo ha ben chiaro questo aspetto perché ha previsto ben 4 miliardi destinati ai ricavi mancanti di queste attività". Infine suggerisce: "Qui a Bergamo non escludo che si possa riattivare la distribuzione dei contributi a fondo perduto per chi ha perso il fatturato".

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