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Bergamo, comitato “Noi Denunceremo”: presentata in Procura bozza di un piano pandemico del 2019

Una bozza di lavoro di un presunto “Piano di preparazione e risposta a pandemia influenzale” datata 11 aprile 2019 del Ministero della Salute. È quanto presentato dal comitato “Noi Denunceremo” che riunisce i famigliari delle vittime Covid nella provincia di Bergamo, in Procura. Un documento di circa 60 pagine che dimostrerebbe nuove carenze e omissioni da parte delle istituzioni nella gestione della pandemia.
A cura di Chiara Ammendola
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Bara al cimitero di Bergamo
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Una bozza di lavoro di un piano pandemico datata aprile 2019 è stata presentata in Procura a Bergamo dal comitato "Noi Denunceremo" che riunisce i famigliari della vittime di Covid. Si tratta di un documento di cui sono venuti in possesso nelle scorse settimane e che comprende circa sessanta pagine che evidenzierebbero presunte "carenze e "omissioni" istituzionali nella gestione del Coronavirus.

La bozza è stata presentata alla stampa nel pomeriggio di ieri giovedì 27 novembre durante una conferenza stampa nella quale alcuni rappresentati del comitato hanno spiegato: "Oggi siamo entrati in possesso di un documento che a nostro avviso va portato all'attenzione della stampa: questo documento è una bozza di una documentazione del ministero della Salute datato aprile 2019 che si chiama "Piano di preparazione e risposta a pandemia influenzale" – le parole di Luca e Stefano Fusco, rispettivamente presidente e vicepresidente del comitato "Noi Denunceremo" – le istituzioni hanno sempre detto che l’Italia aveva un piano pandemico aggiornato al 2017. Tenendo conto che un piano pandemico non basta scriverlo sulla carta per renderlo efficace, servono almeno 12 o 18 mesi per verificare eventuali criticità e falle e, nel caso porvi rimedio, allora che motivo c’era di scrivere una bozza nel 2019 per prepararne uno nuovo?".

Sulla vicenda è in corso un'inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata applicazione della zona rossa nel Bergamasco in cui sono già stati sentiti come testi i vertici della Regione Lombardia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte i ministri Speranza e Lamorgese. Per il legale del Comitato, Consuelo Locati, nell'inchiesta, anche alla luce di questa bozza, si può arrivare alla configurazione di un reato "di natura colposa ma prevedibile". 

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