Bergamo, altre 150 denunce del Comitato vittime Covid: “Assenza di un piano pandemico adeguato”
Come annunciato nei giorni scorsi ieri mattina il Comitato "Noi Denunceremo" ha presentato altre 150 denunce di parenti di vittime del Coronavirus: le nuove denunce, che portano a 250 il totale degli esposti presentati mentre altri 300 sono al vaglio dei legali, sono stati esaminate dai pm della procura di Bergamo che hanno aperto diverse inchieste sulle conseguenze della diffusione del Covid. Due quelle principali che riguardano la chiusura per alcune ore del Pronto soccorso di Alzano Lombardo dopo la scoperta di due casi e la riapertura dopo poche ore, e un'altra la mancata applicazione delle zone rosse a Nembro e ad Alzano.
Le denunce si aggiungono alle altre presentate nei mesi scorsi, con migliaia di allegati. Il professor Andrea Crisanti, consulente dei pm, ha chiesto sei mesi di tempo per poterle esaminare. Ma stando a quanto trapelato finora sembra che tra i vari temi al centro delle nuove denunce ve ne sia uno nuovo che riguarda la responsabilità contestata dai familiari delle vittime alle istituzioni relativa alla mancata adozione dei piani pandemici. Negli esposti depositati ieri letti dall'AGI, si dà conto dell'"assenza di un piano pandemico adeguato e della mancanza di piani attuativi regionali adeguati, considerando che la normativa italiana prevede che i piani pandemici nazionali vengano redatti al tavolo di coordinamento tra Stato e regioni".
Intanto il Comitato, coordinato dall'avvocato Consuelo Locati, continua a chiedere che si tolga la segretezza a tutti gli atti della task force del Ministro della Salute e accusa il nostro Paese di aver violato le linee guida dell'OMS sulla comunicazione in caso di minaccia epidemica: "Non abbiamo paura a dire che non è stata una pandemia ma un enorme scandalo sanitario. Lo proveremo in tutte le sedi – spiega il legale – in Lombardia è mancata la sanità territoriale. I cittadini non si sono protetti e si sono contagiati". "Chi ha sbagliato dev’essere punito – il grido dei parenti- gli scaricabarile delle istituzioni e i rimpalli di responsabilità lasciano con l’amaro in bocca".