Beppe Sala è stato rieletto sindaco di Milano. Il primo cittadino uscente ha vinto nettamente al primo turno, senza neanche passare dal ballottaggio: per il centrosinistra milanese è una vittoria molto importante, ma il risultato di Sala è soprattutto un'affermazione importante a livello personale. Sala ha impostato tutta la campagna elettorale giocando su pochi elementi chiave: la sua competenza come manager e la sua incorruttibilità. Due caratteristiche fondamentali per il sindaco che guiderà Milano verso le Olimpiadi invernali del 2026 e soprattutto che gestirà i miliardi provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E così Sala "rischia" di diventare uno dei sindaci più importanti della storia del capoluogo lombardo: colui che guiderà la città dall'exploit dell'Expo 2015, di cui tra l'altro è stato il commissario straordinario, alle Olimpiadi invernali, passando attraverso il dramma della pandemia di Coronavirus. Nella storia, però, queste elezioni comunali ci sono già finite anche per un dato negativo: l'affluenza, pari al 47,6 per cento, è stata infatti la più bassa della storia a Milano. Degno epilogo di una campagna elettorale quasi inesistente, con la sensazione forse che i giochi fossero già fatti e una città che è rimasta distaccata rispetto all'importante appuntamento elettorale.
Sala: Non si è astenuto chi crede in me
"Sì è vero, c'è stato astensionismo, chi fa politica non può che sperare che vada a votare più gente", ha detto Sala nelle sue prime dichiarazioni da vincitore in pectore. "Ma se questi numeri sono confermati vuol dire che rispetto al primo turno del 2016 ho preso 40-50mila voti in più, quindi non si è astenuto chi crede in me e in un'idea di città italiana ed europea, che porta avanti un disegno molto preciso". E Sala ha poi rimarcato anche un altro "primato": "C'è una questione politica: il centrosinistra mai era arrivato a vincere al primo turno a Milano dal 1993, e questo è un fatto estremamente importante. La destra è forte forte finché non la guardi da vicino, quando la guardi da vicino scopri le sue debolezze".
La disfatta annunciata del centrodestra
E infatti se in casa del centrosinistra si brinda, nel centrodestra milanese è tempo di resa dei conti. Quella di Luca Bernardo è una disfatta annunciata, ma che fa comunque molto rumore per le proporzioni con cui si è manifestata. Non arrivare nemmeno al ballottaggio è il segno di una campagna elettorale sbagliata dall'inizio alla fine: molto poco poteva fare Bernardo, un medico, non un politico, che ha pagato la sua scarsa notorietà, il ritardo nella sua designazione ma anche una litigiosità interna alla sua coalizione. Emblematico il fatto che Bernardo non sia mai riuscito a scattarsi una foto con i leader del centrodestra al completo. Il leader della Lega Matteo Salvini è stato uno dei primi ad ammettere la sconfitta: "Sono abituato a metterci la faccia, sempre e comunque, senza dare colpe. In alcune città siamo arrivati a scegliere troppo tardi i candidati da opporre al centrosinistra – ha detto Salvini nel corso dello speciale del Tg1 -. Abbiamo offerto ai milanesi, ai bolognesi o ai napoletani troppo poco tempo per conoscere i candidati. Siamo arrivati tardi, anche se abbiamo scelto i migliori candidati". E anche il leader di Milano Popolare, Maurizio Lupi, è stato duro: "Avrei evitato in tutto questo periodo di rincorrere no vax e no green pass e avrei parlato della nostra capacità di governo. Siamo al più basso risultato del centrodestra a Milano. Non è colpa di Bernardo, è colpa che se arrivi a fare la scelta del candidato sindaco l'ultimo mese, è sembrato fosse per le selezioni di X-factor". Le elezioni comunali 2021 a Milano saranno l'occasione, nel centrodestra milanese e non solo, per riequilibrare i rapporti di forza: il sorpasso di Fratelli d'Italia nei confronti della Lega non c'è stato (almeno stando ai dati e alle proiezioni più aggiornate), mentre ci sono stati l'annunciato crollo di Forza Italia (dal 20 per cento del 2016 a circa il 7 per cento) e l'ascesa di Fratelli d'Italia (dal 2,4 per cento di cinque anni fa a quasi il 10 per cento).
Per il neo sindaco adesso c'è da scegliere la nuova giunta
Adesso il neo sindaco Beppe Sala dovrà pensare alla sua nuova squadra. La nuova giunta, come aveva lasciato intendere Sala in campagna elettorale, dovrebbe essere più giovane e arrivare nel giro di sette giorni. La vice sarà una donna e diversi assessori uscenti non saranno riconfermati: Roberto Tasca, Marco Granelli, Filippo Del Corno. Probabile invece che alcuni "fedelissimi" del sindaco, come Pierfrancesco Maran, proseguano la loro avventura politica assieme al sindaco, che nelle sue prime dichiarazioni da vincitore in pectore ha dichiarato: "Prometto di essere il sindaco di tutti, troverò formule per far partecipare tutti. Questo è il segreto per uscire bene da questo momento difficile, ma anche per sfruttare questa occasione", fissando nell'uscita dalla pandemia, nell'utilizzo delle risorse del Pnrr e nella preparazione alle Olimpiadi le direttrici del suo secondo mandato. Che dovrà però anche perseguire un altro difficile obiettivo: riavvicinare i milanesi alla politica e al voto.