Sala contro il vincolo della Soprintendenza su San Siro: “Danno per i milanesi, faremo ricorso”
Il vincolo sullo stadio di San Siro è "assurdo" e "reca un significativo danno economico al Comune di Milano e ai contribuenti milanesi", perché "limita la possibilità di rigenerare l'impianto". Si scaglia contro la decisione della Soprintendenza dei Beni Culturali il sindaco di Milano Beppe Sala, durante l'ultima commissione consiliare che ha riunito Rigenerazione urbana, Ambiente, Sport e Milano Cortina 2026 a Palazzo Marino. "Segnaleremo al governo e alla Corte dei Conti. Il Comune di Milano deve tutelare un bene che è nel suo patrimonio", le parole del primo cittadino.
Il vincolo sul secondo anello di San Siro
Il vincolo sul Giuseppe Meazza è stato imposto dal Ministero della Cultura, che ha riconosciuto il valore storico e architettonico del secondo anello costruito nel 1955: la proposta della Sovrintendenza, ufficialmente avvallata dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, impedisce così la demolizione o la trasformazione radicale dello stadio meneghino, inizialmente prevista nei progetti di Inter e Milan per realizzare un impianto più moderno e funzionale. I requisiti di interesse culturale, per il momento, scatteranno nel 2025.
Il destino di Inter e Milan
Sfumato così definitivamente il progetto di un nuovo San Siro da dividere tra i due club milanesi, cosa succederà? La fuga fuori città di Inter e Milan, ormai, è praticamente certa. Le squadre della Madonnina guardano da tempo oltre i confini dell'Area B: verso Rozzano i nerazzurri, che lavorano a un impianto al centro di un parco, e verso San Donato Milanese i cugini rossoneri, più determinati che mai a mettere le mani sull'ex area San Francesco.