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Bellocco, il capo ultras dell’Inter in realtà era tifoso della Reggina: “Allo stadio di Reggio spaccavo tutto”

Dalle intercettazioni rilevate dalle forze dell’ordine nell’inchiesta che ha azzerato i vertici delle curve di Milan e Inter, emerge un dettaglio curioso. Il capo ultras Antonio Bellocco, erede di una famiglia di ‘ndrangheta, ha militato negli ultras della Reggina, nota squadra calabrese con un passato in Serie A, che tifava accanitamente.
A cura di Carlo Coi
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Immagini di repertorio
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Dalle conversazioni intercettate durante l'indagine che ha portato all'arresto dei vertici delle curve di Milan e Inter, emergono nuovi dettagli sulla figura di Antonio Bellocco, rampollo di una famiglia di ‘ndrangheta che dal 2022 gestiva con Marco Ferdico e Andrea Beretta la Curva Nord nerazzurra. Proprio a Beretta il 36enne di Rosarno aveva raccontato come la sua reale fede calcistica appartenesse alla squadra della città di Reggio Calabria, la Reggina Calcio, a cui aveva dedicato 10 anni di militanza in curva facendo parte della frangia estrema del tifo.

L'ascesa di Bellocco ai vertici della Curva Nord interista e la sua militanza nella curva della Reggina Calcio

L'ascesa di Bellocco ai vertici del tifo nerazzurro è stata fortemente voluta da Beretta e Ferdico, che dopo la morte di Vittorio Boiocchi, assassinato il 29 ottobre 2022, avevano preso le redini della Curva Nord imponendo l'unificazione dei gruppi che facevano parte del secondo anello verde sotto un unico vessillo, Curva Nord Milano 1969.

Il primo incontro tra Beretta e Bellocco era avvenuto nel pomeriggio del 16 novembre 2022, a poco più di due settimane dalla scomparsa di Boiocchi, a Pioltello in provincia di Milano, nel negozio di proprietà di Beretta nel quale vendeva il merchandising del gruppo ultras interista.

Durante la conversazione il 49enne aveva illustrato le prospettive di guadagno a Bellocco, facendogli intendere i grandi profitti che la sua famiglia avrebbe potuto ricavare immergendosi nel mondo ultras e fornendo protezione al nuovo corso della curva. Il patto non scritto tra i due era stato sancito dallo scambio delle foto dei figli.

Sempre durante quella stessa riunione era stato deciso che il nuovo frontman del tifo sarebbe stato Marco Ferdico, queste le parole di Beretta: "Marco ha una bella presenza ed è più leader di altri perché è amato veramente da tutti e questo può generare invidia".

Bellocco ascolta il 49enne e gli racconta il suo trascorso ultras a Reggio Calabria quando militava nella frangia estrema dei tifosi della Reggina Calcio: "Se mi vedi allo stadio faccio paura, distruggo tutto, non riescono a trattenermi. Mi piace fare gli scontri, sono malato di queste cose, mi piace spaccare le teste, sono un po' psicopatico. Sono stato 10 anni in curva per seguire la Reggina e ho fatto qualsiasi cosa, pensa che chiudevamo i tifosi dei paesi vicini negli scompartimenti dei treni e svuotavamo dentro gli estintori per costringerli allo scontro".

La rottura dei rapporti tra Beretta e Bellocco

Nonostante l'accordo abbia consentito alla triade Bellocco, Beretta e Ferdico di controllare il tifo nerazzurro per oltre 2 anni grazie al supporto esterno garantito dalla ‘ndrangheta, i rapporti si sono ben presto incrinati.

Il punto di non ritorno è stato il 4 settembre scorso, quando Beretta, davanti alla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio, ha ucciso con 21 coltellate Bellocco, molto probabilmente a causa di una divisione iniqua dei guadagni economici generati dal mondo ultras.

Durante l'interrogatorio con i pm di Milano, Paolo Storari e Sara Ombra, il 49enne aveva ribadito di essere a conoscenza di un "piano omicidiario" per farlo fuori:"Volevano attirarmi in una trappola e, dopo avermi stordito con un sonnifero mi avrebbero sparato e infine sotterrato il mio corpo".

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