Beatrice e Simone muoiono a 17 e 19 anni in due incidenti: i genitori di entrambi donano gli organi
Due giovanissime vite spezzate sull'asfalto. Quella di Beatrice Zaccaro, 17 anni, che nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 maggio a Seregno (Monza e Brianza) ha battuto violentemente la testa dopo la caduta su un motorino guidato da un ragazzo senza patente. E quella di Simone Fumagalli, 19 anni, finito nelle stesse ore con la sua macchina contro una cancellata a Casatenovo (Lecco), il paese in cui risiedeva.
I due, dopo un giorno e mezzo di agonia, sono morti nel pomeriggio di domenica 28 maggio. Ma questa storia nera non finisce qui. Finisce con un barlume di speranza e uno sguardo al futuro: i genitori di entrambi i ragazzi hanno deciso infatti di donare gli organi dei figli, e di poter così salvare altre vite.
Beatrice e la caduta dal motorino guidato da un amico senza patente
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la 17enne Beatrice e il ragazzo alla guida del motorino si sarebbero conosciuti la sera stessa: il giovane, 16 anni, avrebbe chiesto in prestito il mezzo a un amico per andare con Beatrice a prendere qualcosa da mangiare in un vicino fast food. Lungo il tragitto, nel rettilineo di via Alberto da Giussano a Seregno, il conducente avrebbe però perso il controllo delle due ruote: i due minorenni sarebbero così caduti malamente, impattando contro l’asfalto. Gravissime fin da subito le condizioni di Beatrice; illeso invece il conducente.
L'impatto contro la cancellata di Simone
Simone Fumagalli, 19 anni, si è schiantato invece a Casatenovo, il paese del Lecchese in cui il giovane risiedeva: stava percorrendo via Don Gnocchi quando, a un certo punto, è finito con la sua Fiat Punto bianca contro il cancello di un'abitazione. Sul posto sono arrivati i sanitari di Areu che hanno provveduto a stabilizzarlo e intubarlo. Fumagalli, infatti, aveva perso conoscenza e già non respirava più. Con l'elisoccorso decollato da Como è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Circolo di Varese dove è stato ricoverato in terapia intensiva polivalente per un grave trauma cranico.