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Barista ucciso dai clienti, scarcerati gli assassini: “La lite fu provocata dalla vittima”

Cambia radicalmente il quadro nelle indagini sulla morte del barista egiziano di 57 anni ucciso a calci e pugni nel suo locale di Pero (Milano): per il gip la lite fatale fu provocata dalla stessa vittima.
A cura di Francesca Del Boca
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Si capovolge il caso del barista ucciso a colpi di posacenere in testa da alcuni clienti ubriachi il 14 settembre scorso, alla periferia di Pero (Milano). Gli assassini, due operai ucraini di 26 e 38 anni, sono stati scarcerati dal gip: da un video di sorveglianza della zona risulterebbe infatti che "la lite sia stata provocata dalla stessa vittima", elemento "tutt'altro che di poco conto".

Omicidio preterintenzionale

Per i due l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi si trasforma in preterintenzionale: i calci e i pugni sferrati dai due operai, scrive ora il gip, si inquadrano ora quindi nel "dolo di percosse e lesioni", e non nella "volontà di uccidere". 

Le immagini del video

Secondo il gip Omar Ismael, il barista 57enne finito a calci e pugni dai due clienti, avrebbe infatti innescato per primo la rissa fatale: nelle immagini del video, ora sotto processo, si intravedrebbe infatti la vittima mentre trascina fuori dal locale i due a forza, mettendogli "le mani al collo".

Per l'esattezza, la colluttazione sarebbe nata quando il barista ha puntato contro il 26enne quel posacenere di vetro, lo stesso che poi uno dei due avrebbe utilizzato per colpirlo a morte al cranio. 

La fiaccolata per Omar

Dopo quel colpo e le percosse, il 57enne Omar Ismael era finito in ospedale. E lì era morto, dopo quattro giorni di agonia. Intorno a lui lo sdegno dei commercianti e dei residenti della zona, che il 18 settembre avevano organizzato una fiaccolata di protesta per le strade di Pero. 

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