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Barista denuncia in tv una baby gang a Ghedi: poche ore dopo un incendio devasta il locale

Più volte aveva denunciato alle forze dell’ordine le ripetute aggressioni subite da alcuni ragazzi del paese. Poi Yuri Colosio, barista 27enne di Ghedi, in provincia di Brescia, ha deciso di rivolgersi al programma televisivo “Le Iene”. Ma subito dopo la messa in onda del servizio il suo bar è stato incendiato.
A cura di Chiara Daffini
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Si chiama “Mi vida” e per Yuri Colosio, 27 anni, questo bar a Ghedi, nella bassa Bresciana, è davvero la vita. Amara, nell’ultimo periodo, e data alle fiamme ieri sera. Yuri da tempo era vittima di soprusi e aggressioni da parte di una gang locale che girava con il passamontagna, armata di coltelli e machete: dopo ripetute denunce alle autorità locali, aveva deciso di rivolgersi alla trasmissione tv "Le Iene", che proprio ieri sera aveva mandato in onda un servizio di denuncia sulla situazione del giovane barista.

Yuri Colosio (Foto: Daffini/Fanpage.it)
Yuri Colosio (Foto: Daffini/Fanpage.it)

"Per una sera avevo tenuto chiuso – racconta Yuri a Fanpage.it aggirandosi tra quel che resta del Mi vida -, volevo guardarmi il servizio in pace". Ma la pace è durata pochissimo. "Cinque minuti dopo la messa in onda del video-denuncia – continua Yuri – il mio smartphone ha iniziato a squillare ininterrottamente: erano amici e conoscenti che mi avvertivano che il mio bar stava andando a fuoco".

Il rogo è stato ripreso in un video mostrato in esclusiva da Fanpage.it

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La gang, costituita da ragazzi tra i 18 e i 20 anni (con il triste complemento di due minorenni), aveva dato un chiaro avvertimento nelle scorse settimane: "Apri o muori", recitava un bigliettino appiccicato alla porta d’ingresso nel periodo in cui Yuri, in seguito all’aggressione del padre, aveva deciso di chiudere il locale per qualche tempo. E dopo la denuncia in tv i "ragazzi col passamontagna" devono aver tenuto fede alla promessa: "Devono avere gettato benzina tutt’intorno – spiega Yuri -, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il divampare delle fiamme e alcuni passanti hanno rotto il vetro per entrare e iniziare a spegnere l’incendio". Ora le indagini sono in mano ai carabinieri di Ghedi e nel frattempo davanti al bar ghedese una processione di compaesani vuole mostrare il proprio sostegno a Yuri.

(Foto: Daffini/Fanpage.it)
(Foto: Daffini/Fanpage.it)

"Sono una nonna – dice una signora – potresti essere mio nipote". "Io li conosco – aggiunge un ragazzino -, anche se non li ho mai visti in faccia perché sono sempre coperti. Non hanno niente da fare e vogliono rovinare la vita agli altri". Un gruppo criminale noto nel paese e forte della paura e del silenzio intorno. Fino alla denuncia di Yuri: "Non ne potevo più – commenta il barista -, ho aperto due anni fa: prima il mio socio mi ha lasciato da solo e ho dovuto sobbarcarmi io un nuovo mutuo, poi il Covid e da qualche mese loro". "Negli ultimi tempi non dormo più la notte – aggiunge la mamma, vicina al ragazzo –, ho paura per la sua incolumità". "A ottobre ho preso la prima bottigliata – dice ancora Yuri -, ho denunciato cinque volte, ieri sera la sesta, ma gli interventi arrivavano sempre a fatto accaduto. Se fossi stato aiutato non avrei avuto bisogno di rivolgermi alle Iene".

(Foto: Daffini/Fanpage.it)
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