Caso Balocco, prosegue l’indagine su Chiara Ferragni: testimoni sentiti già dalla prossima settimana
Corre veloce l'indagine per truffa aggravata aperta dalla Procura di Milano su Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, presidente dell'azienda piemontese che ha sfornato il pandoro sponsorizzato dall'imprenditrice digitale e recentemente multato dall'Antitrust per "pratica commerciale scorretta": le società coinvolte avrebbero fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro griffato Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, mentre la donazione (di 50mila euro) era già stata in realtà effettuata mesi prima dalla sola Balocco.
Si è tenuto infatti proprio oggi un nuovo incontro tra il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, recentemente entrata nei locali della Balocco per raccogliere materiale sul progetto ora sotto inchiesta del dolce natalizio Pink Christmas: già in queste ore gli investigatori stanno ragionando su chi, con molta probabilità da metà della settimana prossima, convocare come teste tra i membri delle società dell'influencer e dell'imprenditrice cuneese che hanno seguito passo a passo la nascita della collaborazione, fino alla firma del contratto avvenuta nel novembre 2021.
E proprio per ricostruire la genesi dell'iniziativa e appurare se sia stata commessa la truffa ipotizzata dal pm, sarà fondamentale sentire tutti coloro che si sono occupati del progetto. "Sono serena, ho sempre agito in buona fede", ha intanto fatto sapere Chiara Ferragni che, sui social e non solo, ultimamente sarebbe sempre accompagnata dalla madre Marina Di Guardo. "Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero".
Al centro delle indagini, secondo quanto emerso, ci sarebbero al momento le mail scambiate tra lo staff di Ferragni e i dipendenti della Balocco. In una email interna all'azienda dolciaria si legge: "Massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite […] Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono". Il testo si riferisce alla predisposizione dei post e stories relativi al progetto del pandoro Pink Christmas che Ferragni avrebbe di lì a poco diffuso.