Baby Gang resta in carcere: “Non è dipendente dalla droga, è uno stile di vita”
Il rapper Baby Gang resta in carcere. Il giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini ha respinto la richiesta presentata dall'avvocato Niccolò Vecchioni, legale dell'artista, di trasferirlo agli arresti domiciliari in una struttura protetta. Il difensore aveva avanzato l'istanza di collocare il ragazzo in una comunità dove avrebbe potuto affrontare i suoi problemi relativo all'abuso di sostanze e alcol.
Per il giudice per le indagini preliminari, Guido Salvini, nonostante venga riconosciuto che il trapper faccia uso di sostanze cannabinoidi, il consumo non sarebbe tale da poter parlare di una dipendenza "ma piuttosto espressione di uno stile di vita" che sarebbe comune a tutti coloro che fanno parte "del mondo dei trapper o frequentano luoghi di incontro come corso Como". Il legale del ragazzo presenterà ricorso al Tribunale del Riesame.
Perché Baby Gang è in carcere
Baby Gang, all'anagrafe Zaccaria Mouhib, si trova in carcere dallo scorso ottobre. Lui, insieme ad altri ragazzi e al collega Simba La Rue (che si trova agli arresti domiciliari), sono accusati di aver gambizzato due ragazzi durante la rissa avvenuta lo scorso luglio in Corso Como a Milano.
A Fanpage.it, il manager di Baby Gang e Simba La Rue, Marilson Paulo Da Silva, aveva fornito la sua versione sulla dinamica dell'episodio rispondendo a quella ricostruita da una delle vittime sempre durante una intervista rilasciata a Fanpage.it.
La vittima 28enne aveva raccontato che uno dei ragazzi del gruppo dei due rapper aveva urtato una sua amica fuori da un locale in Corso Como, di essere intervenuto in aiuto dell'altra vittima nonché suo amico e di aver avuto una pistola scacciacani perché da mesi vittima di minacce e aggressioni.
Il manager dei due rapper aveva invece affermato che il gruppo di amici era lì per fatti loro e che una delle due vittime li avrebbe provocati e avrebbe anche puntato una pistola – solo successivamente appurato essere una scacciacani – contro Baby Gang e gli altri. Ha poi smentito l'ipotesi della spedizione punitiva avanzata dalle vittime.