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Baby Gang inizia lo sciopero della fame in carcere: “Censurato in modo subdolo”

Il trapper Baby Gang ha iniziato uno sciopero della fame in carcere. A comunicarlo sono stati i suoi collaboratori sulla pagina Instagram del cantante: “Da oggi ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Da oggi, martedì 7 maggio, il trapper Baby Gang avrebbe iniziato uno sciopero della fame in carcere. A comunicarlo sono stati i suoi stessi collaboratori dalla sua pagina Instagram. Secondo quanto riferiscono, l'obiettivo è quello di "protestare contro la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento".

Il cantante è stato portato nuovamente in un istituto penitenziario perché accusato di aver violato gli arresti domiciliari postando sui social network.

Le parole dei collaboratori del trapper Baby Gang

I suoi collaboratori hanno però sempre sostenuto che la sua pagina è gestita dal suo team e non da lui personalmente: "Tutti i contenuti qui pubblicati sono stati girati in occasione dei permessi rilasciati dagli stessi giudici che oggi hanno ordinato l'arresto", avevano specificato quando era stata data la notizia dell'arresto.

E sempre in queste ore gli stessi, tramite il profilo Instagram del trapper, hanno scritto: "Ascoltare la radio è uno dei pochi sollievi nella giornata di un carcerato. Baby ci ha fatto sapere che sentire i suoi pezzi girare in radio lo sta aiutando a sopportare questa detenzione. Da oggi ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento. Ringrazia tutti i suoi fan per il supporto".

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Perché Baby Gang è tornato in carcere

Il trapper 22enne, all'anagrafe Zaccaria Mouhib, è stato condannato in primo grado per rapina e per la sparatoria avvenuta in Corso Como nell'estate 2021. Negli scorsi giorni, il giovane è tornato in aula perché accusato di minaccia a pubblico ufficiale, di aver fatto esplodere colpi da un'arma giocattolo e di aver violato la quiete pubblica a Lecco. 

"C'è accanimento nei miei confronti", ha dichiarato spontaneamente il 22enne al termine dell'udienza, "adesso mi sono rifatto una vita. Non è reato bere e fare musica".

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