Avvicinano un coetaneo in metro e lo aggrediscono fino a fargli perdere conoscenza

Uno degli aggressori sarebbe il trapper noto nella zona di San Siro come Dahirvé. I due, con un terzo complice, hanno avvicinato la vittima nell’ascensore della stazione metro Segesta: dopo averla condotta con forza all’esterno, l’hanno picchiata e minacciata per farsi consegnare portafogli e cellulare.
A cura di Francesca Del Boca
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Hanno avvicinato la vittima nell’ascensore della stazione della metropolitana, dopo averla condotta di forza all’esterno, l'hanno bloccata e minacciata per farsi consegnare portafogli e cellulare. All’istintiva reazione del ragazzo, lo hanno poi aggredito e colpito con calci e pugni fino a fargli perdere conoscenza, e provocandogli un trauma cranico.

L'aggressione alla fermata della metropolitana Segesta

È successo a Milano, intorno alle 22:30 di sabato 7 gennaio 2023 presso la fermata della metropolitana M5 lilla Segesta. Oggi i due minorenni responsabili, che hanno agito in compagnia di un terzo complice, sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Milano Porta Magenta per tentata rapina e lesioni in concorso, e condotti presso l’Istituto penale per i Minorenni di  Roma.

Il trapper di San Siro tra gli aggressori

Uno degli aggressori, secondo quanto indicato nella denuncia della giovane vittima, sarebbe il trapper italo marocchino noto tra i palazzi di San Siro come Dahirvé: il ragazzo avrebbe già un precedente alle spalle per reati commessi nel 2020. A incastrarlo le immagini delle telecamere di sorveglianza della metropolitana, recuperate dai militari: in queste immagini si intravede il trapper prima infilarsi nell'ascensore della stazione con la vittima, in compagnia dei due complici, e poi condurla all'esterno afferrandola saldamente per il collo. Solo il preludio di un brutale assalto, fatto di calci e di pugni in pieno volto.

Un'aggressione talmente brutale da aver lasciato a bocca aperta persino gli stessi responsabili, che dopo la scarica di botte scappano terrorizzati, senza rubare niente e lasciando il coetaneo a terra, privo di sensi. 

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