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Aveva ucciso la suocera sgozzandola con un coltello da cucina: confermato l’ergastolo per Enrico Zenatti

La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo a Enrico Zenatti, l’agricoltore che nel 2021 a Malavicina (Mantova) aveva ucciso con un coltello da cucina la suocera che si era rifiutata di prestargli 15 mila euro.
A cura di Carlo Coi
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Immagine presa da Facebook
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Nella giornata di ieri, mercoledì 15 ottobre, la Corte di Cassazione ha confermato l'ergastolo per Enrico Zenatti, l'imputato residente a Malavicina piccola frazione di Roverbella in provincia di Mantova, che nel 2021 aveva ucciso la suocera. Confermata la sentenza della Corte d'Appello che in precedenza aveva condannato l'uomo con l'accusa di omicidio volontario con le aggravanti della crudeltà e dei rapporti di parentela.

L'omicidio della suocera 72enne

L'omicidio era avvenuto il 9 dicembre 2021 a casa dell'anziana vittima, si tratta di Anna Turina che all'epoca dei fatti aveva 72 anni. La furia dell'agricoltore sarebbe stata scatenata dalla mancata concessione del prestito di 15 mila euro che l'uomo aveva richiesta alla suocera.

I giudici della Corte d'Assise di Mantova si erano espressi nel marzo del 2023, ritenendo l'accusato colpevole, accogliendo dunque la richiesta che era stata avanzata dal pubblico ministero Giulio Tamburini.

Il giudizio era stato confermato nel 2024 dalla Corte d'Appello. Zenatti dovrà anche risarcire le parti civili, ovvero sua moglie Mara Savoia e suo cognato Paolo, per 400mila euro.

La dinamica dell'omicidio

L'imputato è accusato di omicidio volontario con le aggravanti della crudeltà e dei rapporti di parentela. Infatti, il 9 dicembre 2021 si era intrufolato in casa della vittima e l'aveva aggredita brutalmente. Credendola morta si era successivamente allontanato per poi fare ritorno nell'abitazione della malcapitata, dove dopo aver attestato che fosse ancora in vita, l'avrebbe finita sgozzandola con un grosso coltello da cucina.

In passato Zenatti era stato indagato per gli omicidi di due escort che frequentava a Verona. Dopo essere stato condannato nel primo grado di giudizio era stato assolto in Appello e anche in Cassazione.

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